Voce su Caterina Di Stefano
Uno scorcio di Caltagirone scattato dalla cima delle scale di Santa Maria del Monte (di Thérèse Gaigé, licenza CC BY-SA 4.0)
Caterina Di Stefano, 46 anni, era morta nel corso del pomeriggio del 13 agosto 2020 all'interno della sua abitazione a Caltagirone in provincia di Catania.[1]
A dare l'allarme furono alcuni i vicini di casa. Quando i soccorritori giunsero sul posto, trovarono il corpo senza vita della vittima mentre il marito Giuseppe Randazzo, 50 anni, fu rinvenuto nei pressi del cadavere, in stato confusionale.
L'uomo venne accompagnato dagli agenti di Polizia in commissariato per essere ascoltato. In un primo momento aveva affermato che la moglie era caduta dalle scale. Successivamente aveva ammesso di aver avuto un litigio con lei, non ricordando però cosa fosse successo in seguito, senza fornire dunque alcuna spiegazione sulle cause del decesso.
Sia sul corpo dell'uomo che su quello della donna furono ritrovati segni di violenza, causati da una forte colluttazione, che avevano confermato l'ipotesi del litigio. Una supposizione rafforzata anche dalla testimonianza di alcuni vicini che avrebbero sentito delle forti urla provenire dall'abitazione nei momenti precedenti al delitto.
La quarantaseienne, chiamata dai conoscenti Catya, lavorava come assistente socio sanitaria in una comunità per disabili. Ultimamente la sua relazione col marito sarebbe stata in crisi, tanto da farle intraprendere la decisione di avviare le pratiche per la separazione. Secondo le ricostruzioni, Randazzo non aveva accettato di buon grado quella scelta, così nel pomeriggio avrebbe atteso il ritorno a casa della donna per mettere in atto un ennesimo tentativo di riallacciare il rapporto. L'incontro però sarebbe degenerato in un violento alterco.
Dall'ispezione medico legale effettuata sul posto sarebbero stati evidenziati dei segni sul collo della vittima, riconducibili a uno strangolamento, considerata presumibilmente la causa della morte.[2] Considerati gli elementi raccolti e la presenza del cinquantenne sulla scena del crimine all'arrivo degli agenti di Polizia, Randazzo fu sottoposto ad arresto e condotto in carcere come presunto responsabile del delitto con l'accusa di omicidio volontario.[3][4]
Il 17 agosto, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari, il cinquantenne si mostrò confuso e continuò a ribadire di non ricordare esattamente gli attimi successivi al litigio con la moglie. Il giudice, ritenendolo pericoloso, aveva convalidato l'arresto disponendo la permanenza in carcere.
In serata Randazzo fu trovato morto suicida, impiccato, all'interno della cella del penitenziario in cui era detenuto.[5][6]