Agitu Ideo Gudeta, 42 anni, è stata trovata morta nel corso del pomeriggio del 29 dicembre 2020 nella camera da letto della sua abitazione in località Maso Villalta a Frassilongo, comune della Valle dei Mocheni in provincia di Trento.[1][2]
A rinvenire il corpo senza vita della vittima erano stati alcuni vicini di casa, allertati da un conoscente che si era preoccupato perché la donna non si era recata a un appuntamento. Il cadavere presentava lesioni alla testa, riconducibili a una violenta aggressione, e aveva i pantaloni e la biancheria intima sfilati. Le indagini dei Carabinieri sul posto hanno condotto sin dalle prime ore alla pista dell'omicidio.[3][4]

La signora Gudeta operava come imprenditrice e conduceva un'azienda agricola locale molto rinomata, "La Capra Felice", consistente nell'allevamento di capre autoctone su un vasto campo della Valle del Fersina. La quarantaduenne era un volto conosciuto anche a livello nazionale, divenuta simbolo di integrazione per il suo attivismo di cui si erano occupati anche giornali e trasmissioni televisive.
Era nata nel 1978 ad Addis Abeba, capitale dell'Etiopia. Aveva studiato sociologia all'Università di Trento, prima di tornare nel suo paese d'origine. Nel 2010, in seguito alle minacce e al mandato d'arresto emesso da parte del governo etiope per la sua attività di contrasto al "land grabbing", l'accaparramento dei terreni a favore delle multinazionali, la donna si era rifugiata in Italia. Così in Trentino aveva dato vita alla sua azienda agricola.[5][6]
Nel 2018 la donna aveva ricevuto minacce e subito una aggressione a sfondo razziale. Nel gennaio del 2019 l'autore della violenza era stato condannato a 9 mesi di reclusione per lesioni dal Tribunale di Trento, mentre l'accusa di stalking finalizzato alla discriminazione razziale era stata esclusa dalla sentenza, contrariamente a quanto sostenuto dal magistrato.

Nella serata del 29 dicembre 2020, poche ore dopo la scoperta del delitto, i Carabinieri hanno fermato un sospettato: Adams Souleiman, 32 anni, originario del Ghana, dipendente dell'azienda della vittima e addetto al pascolo delle capre. Nell'interrogatorio avvenuto durante la notte, l'uomo ha confessato l'omicidio.[7]
Secondo le ricostruzioni e la testimonianza resa dinanzi ai Carabinieri, l'indiziato avrebbe colpito la donna con un martello. Il trentaduenne avrebbe raccontato di aver agito per motivi economici: fra lui e la vittima sarebbe sorto un diverbio a causa di uno stipendio arretrato e non corrisposto dalla datrice di lavoro. Il delitto sarebbe stato compiuto nel corso delle prime ore del mattino, dopodiché l'operaio ha gettato l'arma bianca, ritrovata dagli investigatori nella cantina dell'abitazione, e si era andato a nascondere nella stalla del maso. Al culmine dell'aggressione, l'uomo avrebbe anche violentato la vittima mentre era agonizzante.[8][9]
Souleiman è stato arrestato e condotto in carcere.[10] Il 2 gennaio 2021, nell'interrogatorio di garanzia, il ghanese si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti il giudice per le indagini preliminari ha convalidato la misura di custodia cautelare.[11]