Luljeta Heshta, 47 anni, è una donna originaria dell'Albania, da 10 anni in Italia e regolare sul territorio, morta nel pomeriggio del 7 febbraio 2021 all'ospedale Humanitas di Rozzano in provincia di Milano.[1][2]
La donna è stata violentemente aggredita nelle ore precedenti mentre si trovava in compagnia di un uomo sulla strada provinciale 40, chiamata anche Binasca, tra Pedriano di San Giuliano Milanese e Melegnano. Dei passanti in auto hanno assistito al malintenzionato che inseguiva la vittima per poi colpirla con un coltello.

Alcuni di loro hanno chiamato i soccorsi intorno alle ore 13.00. In seguito, il personale sanitario giunto sul posto ha rinvenuto la quarantasettenne in gravi condizioni con diverse ferite d'arma da taglio: circa cinque fendenti, tra cui due alla gamba e tre alla schiena. Nel frattempo l'aggressore si era dileguato facendo perdere le proprie tracce.
La signora Heshta è stata trasportata ancora in vita all'ospedale Humanitas dove i medici hanno tentato di salvarla. Purtroppo le sue condizioni erano molto critiche. Sottoposta a un intervento chirurgico, non è riuscita a sopravvivere ed è deceduta nel corso del pomeriggio.[3]
La quarantasettenne esercitava l'attività di prostituzione ed era conosciuta con il nome di Giulia.[4] Abitava da anni a Milano insieme al compagno. Da una precedente relazione aveva avuto una figlia, rimasta in Albania. Già nelle ore successive alla morte della vittima, la Procura di Lodi ha sottoposto a fermo il convivente della donna.[5]
Si tratta di Alfred Kipe, connazionale di 43 anni. Gli investigatori lo hanno rintracciato grazie alla collaborazione di alcuni testimoni. L'uomo ha negato il suo coinvolgimento nell'aggressione, ma a incastrarlo ci sarebbe un filmato, girato da un automobilista, che lo riprende mentre si allontana dalla Binasca.[6] Inoltre i tabulati telefonici lo collocano sul luogo del delitto nonostante lui abbia riferito di essere rimasto a Milano per tutta la giornata.[7][8]
Il gesto sarebbe stato compiuto a causa della presenza di un presunto amante nella vita della donna. La stessa nei giorni precedenti avrebbe lasciato l'abitazione che condivideva con il compagno per separarsi da lui.[6] Nell'interrogatorio di garanzia Kipe ha continuato a respingere le accuse, ma il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere contestando anche l'aggravante della convivenza con la vittima.[9]