Voce su Tunde Blessing
Uno scorcio di Piazza San Vittore a Rho con la Basilica omonima sullo sfondo (di Kaosrimo, licenza CC BY-SA 3.0)
Tunde Blessing, 25 anni, era una ragazza originaria della Nigeria trovata morta nel pomeriggio del 12 maggio 2021 lungo i campi di Mazzo, una frazione del comune di Rho in provincia di Milano.[1]
Il corpo senza vita si presentava in stato avanzato di decomposizione. La scomparsa della vittima era stata denunciata il precedente 7 maggio, ma una coinquilina con la quale viveva in un appartamento a Novara aveva riferito di non aver avuto più notizie di lei dal 3 maggio. Secondo l'esame autoptico, il decesso si verificò diversi giorni prima del ritrovamento, causato da un'asfissia per strangolamento mediante l'uso della fascia elastica per capelli utilizzata dalla giovane.[2] La vittima era una sex worker e si prostituiva nella zona dove fu rinvenuto il cadavere.
I sospetti degli investigatori si concentrarono sull'ex compagno della giovane, George Kyeremeh, 35 anni, originario del Ghana e operaio presso un'impresa di pulizie del quartiere Primaticcio di Milano. Ascoltato dai Carabinieri pochi giorni dopo il ritrovamento, aveva ammesso che fra lui e la ragazza c'era stata una relazione durata circa un anno, raccontando che il padre di lei non voleva che la figlia frequentasse un ghanese e i due si erano infine lasciati. L'uomo aveva anche aggiunto che Blessing era incinta di circa quattro mesi e il bambino che portava in grembo sarebbe stato suo.
Il trentacinquenne non aveva raccontato nulla sulla morte dell'ex compagna, sostenendo di non essere a Rho il 3 maggio, giorno in cui la vittima fu uccisa secondo le risultanze delle indagini. Tuttavia, il successivo 11 giugno, nei confronti dell'uomo fu eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di essere il responsabile dell'omicidio della venticinquenne. Una telecamera di videosorveglianza a Mazzo lo avrebbe ripreso proprio nel corso del pomeriggio del 3 maggio, mentre era in compagnia della giovane nei pressi del luogo del delitto. Dopo l'omicidio, si sarebbe impossessato dei soldi e del telefono della ragazza, portandoli via con sé.[3][4]
In passato Blessing avrebbe confidato a un'amica dei frequenti litigi con il compagno e del presagio che lui potesse farle del male. Sarebbe stata lei a interrompere la relazione il precedente 12 aprile, ma l'uomo non si sarebbe rassegnato a quella decisione. Nell'ordinanza di custodia cautelare, il giudice per le indagini preliminari evidenziò che l'indagato era caratterizzato da un ossessivo controllo, insofferenza e mancata accettazione di qualsivoglia forma di autodeterminazione della persona a sé legata sentimentalmente.[5]
Kyeremeh fu rinviato a giudizio in rito abbreviato dinanzi alla Corte d'Assise di Milano. La pubblica accusa chiese la condanna a 18 anni di reclusione, comprensivi dello sconto di un terzo della pena.[6] L'istanza fu accolta dalla Corte nell'ottobre del 2022.[7][8]
Nelle motivazioni della sentenza di primo grado fu sottolineato che l'uomo dimostrò una "non comune aggressività e capacità di resistenza alla sofferenza disperata della vittima". Lo stesso avrebbe cercato sistematicamente di depistare le indagini con "elementi nuovi e confusi", fino addirittura a "fingere problemi di natura psichiatrica". All'imputato non fu riconosciuta alcuna attenuante.[9]
I legali dell'uomo non presentarono ricorso in Corte d'Appello. Grazie a tale rinuncia, Kyeremeh ottenne lo sconto di un sesto della pena. La condanna definitiva fu dunque ridotta a 15 anni di reclusione.[10][11]