Voce su Maria Carmina Fontana
Uno scorcio della Chiesa di San Jacopo Maggiore ad Altopascio (di Davide Papalini, licenza CC BY-SA 3.0)
Maria Carmina Fontana, 50 anni, conosciuta come Carmela, fu uccisa nel corso del pomeriggio di venerdì 28 maggio 2021 all'interno dell'abitazione in cui risiedeva ad Altopascio, comune della provincia di Lucca.[1][2]
A commettere il delitto fu il marito di 54 anni, Luigi Fontana, operaio impiegato nel settore dell'edilizia. La donna, casalinga ed ex cameriera (prima in un ristorante a Castelfranco Emilia, poi a Galleno), fu aggredita a coltellate.
Dopo aver sferrato numerosi fendenti alla vittima, l'uomo si recò fuori dall'abitazione e avvertì i vicini che, in seguito, allertarono i soccorsi. Sul posto giunse il personale sanitario che provò a rianimare la donna, riversa esanime sul pavimento del soggiorno. Per lei purtroppo non si poté fare altro che constatare il decesso.
Fontana fu sottoposto a fermo dai Carabinieri con l'accusa di omicidio volontario. Il cinquantaquattrenne venne condotto in caserma per essere interrogato dai militari, ma poco prima del colloquio ebbe un malore. Fu trasferito nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Luca di Lucca.[3]
I due coniugi erano originari di Casapesenna (Caserta). Lui nato a San Cipriano d'Aversa (Caserta), lei molto conosciuta a Villaricca (Napoli).[4] Insieme si erano trasferiti ad Altopascio in Toscana. Il matrimonio era stato celebrato circa trent'anni prima. La coppia aveva due figli, una ragazza e un ragazzo. La giovane era convivente nell'abitazione, ma non presente in casa al momento del delitto. Presenti sul posto, invece, due nipotine della coppia, figlie della figlia, che però non avevano assistito al drammatico episodio.[5]
Secondo le ricostruzioni, l'uomo aveva commesso la fatale aggressione perché temeva un tradimento da parte della moglie. I parenti avevano compreso la gravità della situazione e cercarono di convincere il cinquantaquattrenne a lasciare la casa, lui però rifiutò. Per questi motivi, secondo alcune testimonianze, la donna sarebbe stata intenzionata ad allontanarsi dall'abitazione per trovare temporaneamente un'altra sistemazione.[6][7] Tuttavia tale ipotesi fu in seguito smentita poiché la donna era intestataria dell'immobile e non avrebbe accettato di abbandonare la residenza.[8]
Il successivo 31 maggio Luigi Fontana confessò le proprie responsabilità, davanti al giudice per le indagini preliminari, nel corso dell'interrogatorio di garanzia eseguito all'interno del reparto di psichiatria dell'ospedale dove si trovava ricoverato. L'operaio riferì di aver aggredito la moglie al culmine di un litigio, cominciando a colpirla con un coltello. L'arma da taglio a un certo punto si era spezzata, ma lui continuò a infierire sul corpo della donna impugnando una seconda lama per sferrare ulteriori fendenti.[9][10]
Nei confronti del cinquantaquattrenne fu convalidata la custodia cautelare in carcere. L'esame autoptico stabilì il decesso della vittima per una grave emorragia causata da oltre dieci coltellate inferte in varie parti del corpo, in particolare al tronco, all'addome e alla schiena, mentre lei aveva provato, invano, a difendersi.[11][12] Nell'autunno dello stesso anno la Procura aveva chiuso le indagini.[13] Il reo confesso fu rinviato a giudizio dinanzi alla Corte d'Assise di Lucca.
In un'udienza del marzo 2022 fu chiamata a testimoniare un'ex compagna dell'uomo. Costei raccontò che lei e l'imputato avevano avuto una relazione dalla metà del 1989 alla fine del 1990, periodo durante il quale i due avevano anche convissuto insieme nel Bolognese. La donna descrisse Fontana come un uomo violento, brutale e geloso, tanto da picchiarla in casa e pedinarla quando usciva. In un episodio, in particolare, lui la percosse fino a romperle un timpano e procurarle una lesione permanente all'orecchio sinistro.
La Chiesa di Santa Maria Assunta a Castelfranco Emilia (Modena) dove sono stati celebrati i funerali della signora Maria Carmela (di Sailko, licenza CC BY-SA 3.0)
La teste rimase anche incinta di Fontana e, allo stesso tempo, venne a sapere che lui si era fidanzato con un'altra ragazza, l'allora giovane Carmela. L'uomo andò su tutte le furie e la costrinse ad abortire, poi si lasciarono definitivamente. La donna all'epoca non ebbe il coraggio di denunciarlo, ma quando seppe dell'omicidio avvenuto ad Altopascio in cui era coinvolto l'ex compagno, si recò dai Carabinieri per raccontare la sua storia.[14]
La consulente psichiatrica di parte civile, chiamata a processo per analizzare lo stato dell'imputato in base agli atti, ritenne Fontana capace di intendere e di volere nel momento del delitto.[15] Di diverso avviso invece il perito nominato dalla difesa secondo cui l'uomo, avendo scoperto di essere stato tradito dalla moglie, sarebbe caduto in uno stato di profonda depressione e disperazione che lo resero sostanzialmente incapace di intendere, ma soprattutto di volere nel momento della fatale azione omicida.[16]
La Corte d'Assise di Lucca, però, rigettò la richiesta della difesa e non accolse la perizia, ritenendo sufficiente quella già prodotta dalla Procura nel corso delle indagini. Il 25 maggio 2022 Fontana venne condannato in primo grado all'ergastolo.[17][18]
Nel settembre del 2023. tuttavia, in seguito a un concordato stipulato tra la Procura generale e la difesa dell'imputato, la Corte d'Appello di Firenze annullò l'ergastolo e ridusse la pena a 24 anni di reclusione. La sentenza, tenendo in considerazione le condizioni socio-psicologiche dell'omicida, riconobbe le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate: i futili motivi e l'avere agito in danno di una persona a cui era legato dal rapporto di coniugio.[19]