Voce su Yana Malayko

Uno scorcio della Basilica di San Luigi Gonzaga a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova (di Massimo Telò, licenza CC BY-SA 3.0)
Yana Malayko era una ragazza di 23 anni, originaria dell'Ucraina e residente a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, scomparsa nel corso della notte tra il 19 e il 20 gennaio 2023. Il suo corpo senza vita è stato trovato il successivo 1º febbraio nel territorio di Lonato del Garda in provincia di Brescia.[1][2]
La giovane, chiamata Bonnie dai conoscenti, era nata a Černivci in Ucraina ed era arrivata in Italia nel 2016. La sua famiglia viveva a Cercina, una frazione sparsa del comune di Sesto Fiorentino (Firenze). Lei si era trasferita tra le province di Bergamo e Mantova. Per diversi anni aveva lavorato come barista a Covo e Romano di Lombardia. Poi negli ultimi tempi si era stabilita a Castiglione, dove lavorava in un locale gestito dalla sorella dell'ex compagno, Dumitru Stratan, 34 anni, originario della Moldavia e chiamato Dima dai conoscenti.[3]
Nella giornata del 22 gennaio lo stesso trentaquattrenne è stato sottoposto e fermo di indiziato di delitto da parte della Procura di Mantova, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.[4][5] Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe ucciso l'ex compagna per poi nascondere il cadavere.

La Chiesa di San Defendente a Romano di Lombardia, in provincia di Brescia, dove sono stati celebrati i funerali di Yana Malayko (di Carlo Dell'Orto, licenza CC BY-SA 4.0)
A denunciare la scomparsa della vittima sarebbe stata la sorella del sospettato che, preoccupata, non riusciva più a mettersi in contatto con lei da diverse ore. Secondo le ricostruzioni, Yana e Dima avevano convissuto per circa tre anni in uno stesso appartamento situato nel condominio sopra al bar dove era impiegata la ragazza. Poi la giovane aveva deciso di chiudere quella relazione e si era trovata un nuovo compagno. Nel frattempo si era trasferita nell'appartamento di Cristina, sorella di Dima, titolare del bar e sua datrice di lavoro. Il trentaquattrenne, tuttavia, non si rassegnava alla fine di quel rapporto, insistendo più volte per una riconciliazione che non era riuscita. Saputo della nuova relazione della ragazza, avrebbe provato un profondo rancore e un desiderio di vendetta.
Cristina avrebbe riferito di aver cercato la sua coinquilina nel corso della notte e, in un locale dello stabile, avrebbe notato diverse tracce di sangue, presumibilmente appartenenti alla vittima.[6][7] Nello stesso luogo Yana e Dima avevano avuto un ultimo incontro: l'uomo con un pretesto l'aveva convinta a ricevere una sua visita, dicendole che il suo cane stava male. Dopodiché, nelle prime ore del mattino, Dumitru sarebbe stato filmato da una telecamera di videosorveglianza mentre, uscendo dal condominio, caricava un sacco nella propria auto. Per gli inquirenti, in quel sacco ci sarebbe stato il corpo senza vita della giovane.
Il trentaquattrenne si sarebbe poi recato in località Valle, frazione periferica di Castiglione, percorrendo più volte il tragitto tra casa e campagna. Nel frattempo sarebbe rimasto impantanato con la sua auto, chiedendo aiuto ad alcuni residenti del posto per rimettere in moto il veicolo. Facendo ritorno a casa, probabilmente accompagnato da qualcuno, avrebbe nuovamente raggiunto Valle utilizzando l'auto della vittima.
Proprio durante queste operazioni, lo stesso trentaquattrenne, avrebbe effettuato due telefonate, una a un amico, l'altra alla sorella Cristina, ammettendo di aver fatto una "cavolata". In una seconda conversazione con la sorella, avrebbe rivelato: "L'ho uccisa come lei ha ucciso me". Di seguito la segnalazione ai Carabinieri da parte di Cristina. Il fermo dell'uomo è avvenuto nel pomeriggio, quando lo stesso si trovava a casa.[8][9]

Uno scorcio panoramico sulla Torre Medievale e la Cupola del Duomo di Lonato del Garda in provincia di Brescia (su concessione di Depositphotos)
Interrogato dagli inquirenti, non ha collaborato e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma, proprio nelle ore precedenti, Stratan avrebbe occultato il cadavere dell'ex compagna.[10] Il 23 gennaio, al termine dell'interrogatorio di garanzia, nel corso del quale il trentaquattrenne si è nuovamente avvalso della facoltà di non rispondere, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo e disposto la permanenza in carcere dell'indiziato confermando le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere.[7][11]
Le ricerche della giovane si sono protratte per diversi giorni, fino a terminare il successivo 1º febbraio, quando il cadavere è stato rinvenuto nelle campagne di Lonato del Garda, poco distante dal confine con Valle di Castiglione delle Stiviere.[1][2] Secondo i primi risultati dell'autopsia, la vittima sarebbe stata colpita al volto con un corpo contundente, presumibilmente una spranga di metallo. Probabilmente anche soffocata con un cuscino dopo essere stata pestata. La ventitreenne avrebbe provato strenuamente a difendersi nel corso dell'aggressione.[12][13]
Il corpo esanime sarebbe stato poi stipato e sigillato in una valigia, di seguito avvolta in un sacco nero. La giovane, però, sarebbe stata ancora viva nel momento in cui era stata posizionata all'interno del trolley, probabilmente in stato di semi-coscienza dopo essere stata aggredita a sprangate sul volto.[14][15]
Il successivo mese di marzo Stratan è stato nuovamente interrogato e, dinanzi agli inquirenti, ha confessato di aver causato la morte dell'ex compagna, negando tuttavia di aver agito intenzionalmente. In merito all'occultamento del cadavere, il trentaquattrenne ha riferito elementi frammentari, specificando in particolare di non ricordare esattamente quanto fosse accaduto.[16][17]