Paupisi. Salvatore Ocone resta in carcere. Il Gip: "Se fosse libero, ucciderebbe anche il terzo figlio".

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Paupisi. Salvatore Ocone resta in carcere. Il Gip: "Se fosse libero, ucciderebbe anche il terzo figlio".

Salvatore Ocone – l'uomo che ha confessato l'uccisione a colpi di pietra della moglie Elisa Polcino, 49 anni, e del figlio Cosimo, 15 anni, e ridotto in fin di vita la figlia Antonia, 17 anni – avrebbe commesso i fatti servendosi di un masso di cinque, forse sette chili.

"Mi è schizzata la testa come una molla all'improvviso", avrebbe detto dopo l'arresto, come riporta la Repubblica. Per la gip di Campobasso, Silvia Lubrano, l'uomo, se tornasse libero, potrebbe uccidere anche il figlio maggiore Mario, scampato alla strage familiare di Paupisi (Benevento) solo perché si trovava a Rimini per lavoro.

Nell'ordinanza di convalida del fermo, la giudice parla di "ferocia omicida". Ocone, 58 anni, avrebbe ucciso nel sonno la moglie e poi aggredito i figli. "Dopo aver caricato i due ragazzi in auto, ha provato a far perdere le proprie tracce. Resosi conto che i due figli erano ancora in vita, ha fermato l'auto nella campagna molisana di Ferrazzano. Dice di aver tentato il suicidio, ma di non aver mai pensato di accompagnare i feriti in ospedale", riporta il quotidiano. Il 15enne è morto durante la fuga.

Davanti ai magistrati della procura di Benevento, diretta da Gianfranco Scarfò, ha dichiarato di aver ucciso la moglie perché voleva "comandare in casa" e di aver colpito i figli perché non voleva "che restassero soli". Il suo avvocato, Giovanni Santoro, lo descrive come un uomo che "ancora non è in grado di elaborare la gravità di quello che ha commesso. Non ha una stabilità psichica. Non fa domande e ha lo sguardo fisso nel vuoto". (HuffPost Italia)

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