Roma. Uccise tre donne al quartiere Prati. La perizia: Giandavide De Pau è imputabile e lucido.
Una mente logorata e invecchiata dall'abuso di sostanze, ma pur sempre «lucida» e «finalizzata» a un comportamento spiccatamente criminale. La perizia psichiatrica, disposta dalla presidente della terza Corte d'Assise di Roma, Antonella Capri, certifica l'imputabilità di Giandavide De Pau e sconfessa le ambizioni difensive.
L'uomo «si allontanò rapidamente dal luogo del delitto di via Riboty, ma non lo fece in modo disorganizzato e tanto meno destrutturato». In seguito all'accoltellamento delle due donne cinesi – Yang Yun Xia e Li Yan – il killer, concentrato, si sposta nella limitrofa via Durazzo per colpire Marta Castano Torres, con una serie di movimenti connotati da piena consapevolezza.
Morale, l'uomo che vanta decine di ricoveri psichiatrici nel suo passato (ma sono stati quattro in verità), il killer che lamenta «sonnambulismo» e varie altre patologie, ebbe un comportamento pienamente vigile.
«È ragionevole supporre che un'ipotetica alterazione del campo della coscienze presente al momento dei primi due delitti fosse ancora presente al momento del terzo omicidio? È compatibile l'ipotesi di una abolizione o restringimento del campo di coscienza con l'insieme delle azioni innanzi descritte? Ad avviso degli scriventi no. Non è compatibile una simile articolazione e complessità di comportamenti e mediazioni relazionali che peraltro nulla avevano di automatico o ripetitivo» spiegano gli esperti Aguglia, Catanesi e Mandarelli.
La conclusione, alla luce di un curriculum complicato e connotato da altri processi (De Pau è sotto accusa per tentato omicidio in un altro caso per il quale curiosamente non ha invocato perizie) sottolinea inevitabilmente la caratura criminale dell'uomo. (di Ilaria Sacchettoni – Corriere.it Roma)