Palau. Omicidio Cinzia Pinna. Dai primi riscontri dell'esame autoptico, esclusa la violenza sessuale.
L'autopsia sul corpo di Cinzia Pinna, effettuata l'altro ieri a Sassari dal medico legale Salvatore Lorenzoni, non avrebbe riscontrato segni di violenza sessuale sulla 33enne di Castelsardo, uccisa la notte dell'11 settembre scorso dall'imprenditore Emanuele Ragnedda nel casolare della sua tenuta Conca Entosa, tra Palau e Arzachena. Saranno però necessari ulteriori esami specifici sui tessuti prelevati dalla salma per averne la certezza.
Un esame complesso per il medico legale: il corpo di Cinzia Pinna, infatti, era rimasto esposto alle intemperie e agli attacchi di animali selvatici, ritrovato dodici giorni dopo la sua scomparsa sotto un albero della tenuta, ricoperto da rami, in pessime condizioni.
Nelle prossime ore la salma verrà restituita ai familiari. I funerali della donna si svolgeranno, con ogni probabilità, nella Cattedrale di Castelsardo, paese di origine della vittima e in cui vivono i suoi genitori, noti ristoratori, e sua sorella, la prima che già dalla mattina del 12 settembre lanciò l'allarme sulla scomparsa e attivò la macchina delle ricerche durate dodici giorni, fino alla svolta con la confessione di Ragnedda.
L'autopsia ha accertato che la morte è stata causata da tre colpi di pistola al viso, fatale quello all'altezza della mandibola. Nel frattempo, gli specialisti del Ris di Cagliari sono tornati ieri mattina in Gallura per eseguire i rilievi all'interno delle auto in uso a Ragnedda e al giovane lombardo di 26 anni, manutentore stagionale, indagato per favoreggiamento insieme alla ristoratrice di San Pantaleo, amica dell'imprenditore reo confesso. (ANSA)