Il femminicidio di Sara El Omri ad Albino

Vittima:
Sara El Omri
Presunto killer:
Amine El Ghazzali
Località:
Albino
Data:
2 giugno 2015
Uno scorcio del fiume Serio tra Albino e Pradalunga in provincia di Bergamo

Uno scorcio del fiume Serio tra Albino e Pradalunga in provincia di Bergamo (di Dans, licenza CC BY-SA 3.0)

Voce su Sara El Omri

Uno scorcio del fiume Serio tra Albino e Pradalunga in provincia di Bergamo

Uno scorcio del fiume Serio tra Albino e Pradalunga in provincia di Bergamo (di Dans, licenza CC BY-SA 3.0)

Sara El Omri era una ragazza di 19 anni trovata in fin di vita nel corso della tarda serata del 2 giugno 2015, nei pressi della pista ciclabile alla periferia di Albino, a pochi passi dal confine con Pradalunga, nella Val Seriana in provincia di Bergamo.‍[1] La giovane, figlia di una famiglia marocchina, ma nata in Italia ad Alzano Lombardo, fu violentemente aggredita a coltellate in un boschetto nei pressi del fiume Serio. Disperatamente si trascinò verso la strada per chiedere aiuto.

A incrociare la vittima, gravemente ferita e sanguinante, intorno alle 22.45 furono alcuni passanti che allertarono i soccorsi e i Carabinieri. Quando i sanitari giunsero sul posto, la giovane respirava ancora, ma perse la vita pochi minuti dopo.

Nelle ore successive i militari sottoposero a fermo il marito della vittima, Amine El Ghazzali, 25 anni, e l'amante di lui, una sedicenne originaria del Kosovo, ma con residenza in Svizzera. Quest'ultima era incinta al sesto mese di gravidanza, in attesa del figlio del venticinquenne. El Ghazzali fu rintracciato a Nembro (Bergamo), mentre la minorenne si era nascosta nei pressi del fiume Serio.‍[2][3]

Sara El Omri aveva sposato El Ghazzali, originario della Tunisia, nel gennaio del 2014 al municipio di Cene, un comune bergamasco della Val Seriana dove risiedevano i genitori di lei. Solo un mese prima, i due si erano conosciuti su Facebook. I genitori della giovane si opposero fortemente alle nozze, ma lei fu determinata a sposarlo.

Il matrimonio sarebbe stato contratto per pura convenienza, al fine di permettere al tunisino di regolarizzare la sua posizione in Italia. A celebrare le nozze fu l'allora sindaco di Cene, Giorgio Valoti, che poco prima aveva tentato invano di dissuaderla.‍[4][5]

La convivenza dei due fu trascorsa per una prima parte nella casa dei genitori di lei, a Cene, poi marito e moglie avevano lasciato insieme l'abitazione per vivere in giro, tra parchi e stazioni. Diversi sarebbero stati i casi di maltrattamenti. Secondo una vicina di casa, una sera lui l'aveva spinta dalla finestra e lei finì in ospedale.

La giovane sporse una denuncia che poi aveva ritirato. Sara rimase anche incinta di Amine, ma aveva poi abortito, probabilmente su richiesta del giovane che l'avrebbe costretta a rinunciare al nascituro. Circa un anno dopo il matrimonio, i due chiusero la loro relazione e Sara tornò a vivere dai genitori a Cene.

El Ghazzali nel frattempo era divenuto nuovamente irregolare sul territorio italiano: la Questura, dopo aver constatato l'allontanamento dalla moglie, gli aveva revocato il permesso di soggiorno. Il venticinquenne però progettava di trasferirsi in Svizzera, portandosi dietro la nuova compagna.

Per questo voleva ottenere la separazione legale dalla coniuge, ma quest'ultima si era fortemente opposta, tanto che pochi giorni prima del delitto, El Omri aveva voluto tornare accanto al marito, nonostante con lui ci fosse anche l'amante. Amine aveva anche chiamato al telefono il padre di Sara per trovare un accordo sulle pratiche di divorzio, ma non riuscirono a trovare un compromesso.‍[5]

Da circa una settimana, El Ghazzali, El Omri e la sedicenne vivevano accampati, in precarie condizioni, in una tenda sul greto del fiume Serio. La convivenza però non fu per nulla facile. Dopo ripetuti momenti di tensione, l'ultima lite fra i due coniugi degenerò nell'omicidio. Sarebbero stati utilizzati due coltelli, poi recuperati dalle forze dell'ordine. Secondo l'esame autoptico, furono circa 24 i fendenti sferrati sul corpo della vittima.‍[3]

El Ghazzali, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, rispose alle domande del giudice per le indagini preliminari e riferì di aver "reagito in risposta ad un'aggressione" da parte dell'ex compagna.‍[6] La minorenne invece sostenne di non essere coinvolta nell'omicidio poiché aveva "sentito discutere i due" e poi, voltandosi, aveva notato "la vittima a terra". La ragazzina non ebbe la forza di reagire e, a suo dire, quando il compagno Amine le disse di scappare, lei lo fece senza pensarci.

El Ghazzali fu condotto in carcere, mentre la minorenne fu trasferita in una struttura protetta. Nei mesi successivi il tunisino fu rinviato a giudizio in rito abbreviato. La Procura confermò il capo d'imputazione di omicidio volontario. Nel maggio del 2016 l'imputato fu condannato in primo grado a 17 anni di reclusione.‍[7] Nell'estate dell'anno seguente la sentenza fu confermata dalla Corte d'Appello di Brescia.‍[8]

Note

  1. Disabile, massacrata a coltellate. Arrestati marito e amante sedicenne. Corriere.it · Archiviato dall'originale.
  2. Sara, morta per aver troppo amato. Per i due assassini era un ostacolo. Il Giorno · Archiviato dall'originale.
  3. a b 24 coltellate, arrestati marito e amante. La vittima aveva solo 19 anni. L'Eco di Bergamo · Archiviato dall'originale.
  4. Sara e quelle nozze combinate per "salvare" il suo assassino. Corriere.it · Archiviato dall'originale.
  5. a b Il padre della marocchina uccisa e la telefonata prima del delitto: "Lui voleva divorziare". Corriere.it · Archiviato dall'originale.
  6. L'omicidio di Sara, il marito si difende: "Ho reagito ad una sua aggressione". L'Eco di Bergamo · Archiviato dall'originale.
  7. Sara, uccisa a coltellate ad Albino. La sentenza: 17 anni e 4 mesi al marito. L'Eco di Bergamo · Archiviato dall'originale.
  8. Sara uccisa ad Albino, resta in carcere il marito assassino. Valseriana News · Archiviato dall'originale.

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