Pavia. Omicidio Lidia Peschechera. La contrapposizione delle perizie tra accusa e difesa sullo stato mentale di Alessio Nigro.
Pareri diversi da tre esperti su una questione fondamentale: l'eventuale presenza di un vizio di mente e la conseguente capacità o meno di intendere e di volere di Alessio Nigro. Il 28enne è a processo in Corte d'Assise per l'omicidio di Lidia Peschechera, 49 anni, uccisa il 12 febbraio 2021 nella sua abitazione di Pavia.
Nigro aveva una relazione con la donna che l'aveva accolto in casa. Secondo l'accusa, la sera dell'omicidio l'imputato aveva litigato con lei, poi l'aveva strangolata e infine deposto il corpo senza vita nella vasca da bagno. Era rimasto nell'appartamento, alternando al sonno momenti in cui beveva. Aveva anche cercato di fuggire, ma era stato bloccato a Milano dalle forze dell'ordine.
La difesa, affidata all'avvocato Giovanni Caly, ha sollevato la questione della lucidità di Nigro e affidato la perizia a un esperto che ha evidenziato la presenza di un disturbo borderline che avrebbe inciso al momento del reato.
Il perito della Procura di Pavia invece ha ritenuto che Nigro fosse lucido al momento dell'accaduto e che dalle analisi non emergerebbe tale disturbo di personalità.