Sassari. "Non ho ucciso Speranza. Chiedo scusa. Ho fatto un pasticcio". La difesa di Massimiliano Farci al processo.
"Vorrei chiedere scusa alla famiglia di Speranza per il pasticcio che ho combinato. Scusa alla mia famiglia per tutta la situazione che ho creato. A voi per tutto questo, alla Procura per tutto il lavoro che ha dovuto fare".
Sono le parole di Massimiliano Farci, imputato nel processo in corso alla Corte d'Assise di Sassari per l'omicidio di Speranza Ponti, la donna scomparsa nel dicembre del 2019 e trovata morta, alla periferia di Alghero, a fine gennaio del 2020.
Davanti alla Corte, riunita per ascoltare le requisitorie dei pm Angelo Beccu e Beatrice Giovannetti, Farci ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee. Si scusa, ma continua a proclamarsi innocente. "Mi dispiace non aver chiesto aiuto quando ho trovato Speranza morta. L'ho fatto per cuore, per esaudire un desiderio di Speranza. Porterò il suo ricordo nella testa per il resto dei miei giorni. La mia paura era di non essere creduto allora, come di non essere creduto ora. Non ho mai toccato nessuno in vita mia, né tanto meno Speranza".
Farci, nella sua versione, ha sempre dichiarato di avere trovato Speranza morta in casa, suicida. E di avere poi portato il cadavere su una collinetta alla periferia di Alghero, perché quello era un luogo caro alla sua compagna.