Voce su Maria Aparecida Venancio de Sousa
Maria Aparecida Venancio de Sousa, 60 anni, fu trovata morta nel corso del tardo pomeriggio del 26 agosto 2019 all'interno della sua abitazione ad Arezzo.

Uno scorcio di Piazza Grande, uno dei luoghi più importanti della città di Arezzo (di Jose Gonzalez, licenza CC BY 2.0)
La donna era riversa a terra con una ferita alla testa e legata al letto con una corda avvolta intorno al collo. Ad avvertire i soccorsi furono alcuni vicini di casa, dopo essere stati allertati dal marito che da diverse ore non riusciva più a mettersi in contatto con lei. La sessantenne era separata dal coniuge, ma era rimasta in buoni rapporti con lui. La Procura di Arezzo aveva aperto un fascicolo d'indagine per omicidio. Il marito, ascoltato dagli investigatori, possedeva un solido alibi che lo escluse subito dalla lista degli indiziati.
La donna lavorava come sex worker e riceveva nel suo appartamento. Gli inquirenti avevano inizialmente ipotizzato che il responsabile potesse essere uno dei suoi clienti.[1][2] Il 28 agosto l'autopsia confermò la morte avvenuta in seguito a una brutale aggressione. La causa del decesso sarebbe da ricondurre a un'asfissia da strangolamento o ad un trauma provocato dai violenti colpi subiti alla testa. La vittima perse la vita durante la notte tra il 25 e il 26 agosto.[3]
La mattina del 6 settembre un imprenditore di Pratovecchio Stia (Arezzo), Federico Ferrini, 37 anni, fu accompagnato in Questura per un interrogatorio. Incalzato dagli investigatori, il sospettato crollò e confessò l'omicidio.[4][5] L'uomo conosceva la escort dal maggio del 2016 ed era un suo cliente.[6] Dal vaglio delle telecamere di videosorveglianza e i tabulati telefonici, la Procura aveva ricostruito un solido quadro accusatorio nei suoi confronti.
Secondo le dichiarazioni del trentasettenne, la vittima sarebbe stata aggredita perché lui si sentiva ricattato. La donna avrebbe chiesto all'imprenditore del denaro in cambio del suo silenzio, altrimenti avrebbe rivelato che lui frequentava le prostitute. Ferrini si recò dalla sessantenne per un ultimo chiarimento, ma da quella discussione sarebbe scaturita una violenta lite degenerata nell'aggressione mortale. Maria Aparecida fu colpita alla testa con una sbarra di ferro e poi legata al letto con una corda.[4][5]
Il trentasettenne fu condotto in carcere e, il 9 settembre, di fronte al giudice per le indagini preliminari, aveva ribadito la sua confessione. Nei suoi confronti venne convalidata la custodia cautelare con l'accusa di omicidio volontario.[6] Nel febbraio del 2020 la Procura chiese il giudizio immediato per l'imprenditore.
Dagli esami della scientifica non emersero tracce compromettenti, ma gli investigatori avevano escluso scenari alternativi al delitto commesso dall'uomo e per il quale lui stesso aveva ammesso le proprie responsabilità. Non fu contestata l'aggravante della premeditazione, nonostante il trentasettenne si fosse recato sul posto munito di una sbarra di ferro: sarebbe servita per forzare l'apertura dell'ingresso nel caso la donna non gli avesse aperto. La vittima sarebbe stata legata con la corda al letto in seguito al decesso.[7]
Il 7 maggio 2020 la Corte d'Assise di Arezzo, al termine del processo di primo grado in rito abbreviato, aveva condannato Ferrini a 10 anni di reclusione.[8][9] Secondo le motivazioni della sentenza, non si sarebbe trattato di un gesto premeditato, quanto piuttosto di un dolo d'impeto generato da un'esplosione di rabbia. La responsabilità dell'imprenditore fu pienamente provata, anche se sul luogo del delitto non era stata trovata alcuna traccia ematica e biologica a lui riconducibile. Infatti, se non avesse confessato, sarebbe stato molto più difficile per gli inquirenti risalire al colpevole.
Considerata l'ammissione di colpa, il fatto di essere incensurato e la buona condotta in carcere, all'uomo furono riconosciute le attenuanti generiche. Il giudice, nel determinare la pena, era partito da una base di 22 anni e 6 mesi, togliendo un terzo per le attenuanti e un altro terzo per il procedimento in rito abbreviato.[10]