Voce su Anna Piccato
Anna Piccato, 70 anni, fu trovata morta nelle prime ore del mattino del 23 gennaio 2019 vicino alla Chiesa di San Rocco a Barge, comune in provincia di Cuneo.
Il Municipio di Barge in provincia di Cuneo, a poche centinaia di metri dal luogo dell'omicidio di Anna Piccato (di F. Ceragioli, licenza CC BY-SA 3.0)
La donna fu rinvenuta a terra con il volto insanguinato e sfigurato da colpi inferti con un oggetto contundente inizialmente non identificato. Ex dipendente Indesit e volontaria della Croce Rossa, il 18 febbraio avrebbe compiuto 71 anni. La signora, chiamata dai conoscenti Anita, era solita uscire di mattina per svolgere varie commissioni, ma quel giorno non fece ritorno alla propria dimora. Il marito a casa la stava aspettando e aveva iniziato a preoccuparsi, poi, uscito dall'abitazione e giunto sulla scena del crimine, aveva appreso la drammatica notizia.[1]
Nelle ore seguenti al delitto venne arrestato un uomo di 40 anni, Daniele Ermanno Bianco, che non aveva alcun legame di parentela con la vittima. Inizialmente negò qualsiasi coinvolgimento, pur fornendo dichiarazioni contraddittorie. Poi il successivo 6 febbraio, messo dinanzi alle evidenze dei risultati delle indagini, crollò e confessò l'omicidio.
A inchiodarlo furono le tracce di sangue della settantenne rinvenute sulle sue scarpe e all'interno del suo zaino.[1] L'omicida aveva ammesso di aver utilizzato una chiave inglese come arma del delitto. Oggetto che gli inquirenti non riuscirono a recuperare perché fu gettato in un cassonetto, poi svuotato dai netturbini, prima che gli investigatori ne avessero notizia.[2]
Il movente alla base dell'efferato gesto fu ricondotto a una rapina finita male. Bianco dichiarò di aver ucciso la signora Anna per derubarla. Secondo le ricostruzioni, l'assassino aveva atteso che la vittima uscisse da un bar del paese, nel quale la donna aveva consumato la colazione, per poi pedinarla.
Successivamente, di ritorno a casa, l'aveva fermata in un luogo poco trafficato. Poi l'aggressione a colpi in testa, facendole perdere i sensi. Da lì l'aveva trascinata nel giardino adiacente alla Chiesa di San Rocco per assestarle altri colpi al volto. Dall'esame autoptico fu stabilito che i colpi, in tutto, ammontavano a dieci. Tutto ciò per impossessarsi dei tre euro e 20 centesimi che la signora aveva ricevuto come resto dal pagamento del conto alla cassa del bar.[3][4]
Nel mese di ottobre iniziò il processo in rito abbreviato a carico del reo confesso. L'imputato fu sottoposto a una perizia psichiatrica.[5][6] L'esito dell'esame ritenne l'uomo capace di intendere e di volere nel momento del delitto.[7] Il 16 settembre 2020 la Corte d'Assise di Cuneo lo aveva condannato all'ergastolo senza isolamento diurno.[8] Il 10 novembre 2021 la Corte d'Appello di Torino ridusse la pena a 30 anni di reclusione.[9][10]
Nell'autunno del 2022 la condanna fu resa definitiva dalla Corte di Cassazione. I giudici stabilirono che l'imputato non meritava le attenuanti generiche per "la particolare gravità del fatto", per "l'intensità dell'elemento soggettivo" e per "la condotta di totale disinteresse nei confronti della vittima".[11][12]