Voce su Ursula Turri
Ursula Turri, 49 anni, fu trovata morta il 21 novembre 2019 nell'abitazione in cui risiedeva a Barga in provincia di Lucca.[1] La donna era madre di due figli che, però, non vivevano con lei. In passato aveva lavorato come operatrice sociosanitaria in una RSA.
A far scoprire il cadavere fu un amico che da diverse ore non riusciva più a mettersi in contatto con lei. Costui allertò le forze dell'ordine e in seguito i Carabinieri si introdussero nell'appartamento. La quarantanovenne fu trovata esanime nella camera da letto.
Uno scorcio panoramico di Barga in provincia di Lucca (di Sertummi, licenza CC BY-SA 4.0)
Sul momento si ipotizzò un decesso per malore, probabilmente dovuto a un arresto cardiaco per overdose da sostanze stupefacenti. Del caso non si parlò per quasi un anno e mezzo, fin quando nell'estate del 2021 la stampa locale diffuse la notizia dell'ex compagno della donna iscritto nel registro degli indagati.[2][3]
Ulteriori accertamenti disposti dalla Procura di Lucca avevano escluso l'iniziale ipotesi della morte dovuta a un malore, avvalorando invece la tesi dell'omicidio. Infatti, secondo la perizia medico legale, la vittima sarebbe stata soffocata con un cuscino. Il decesso sarebbe avvenuto nell'arco tra 48 e 24 ore prima del ritrovamento del cadavere, nell'abitazione dove la quarantanovenne risiedeva, per asfissia meccanica acuta. L'esame aveva anche rilevato ferite al volto, alle mani e al polso destro della donna, compatibili con lesioni da difesa o frutto di una colluttazione con un'altra persona.
Nel mirino degli inquirenti finì Fabio Picciolo, 57 anni, ex compagno della vittima. Dall'ispezione di vari oggetti sequestrati sul luogo del delitto, la scientifica aveva estratto le tracce di DNA di alcuni individui, tra cui quello di Picciolo che conosceva la signora Turri da molti anni e con lei aveva avuto una relazione sentimentale altalenante, interrotta e ripresa più volte.
L'uomo, che all'epoca dei fatti era impiegato al Comune di Barga, venne arrestato il giorno dopo l'omicidio, ma per un'altra accusa: detenzione di droga ai fini di spaccio. Successivamente, per quella vicenda, gli venne inflitta una condanna a 3 anni di reclusione che gli costò anche la perdita del posto di lavoro in Comune.[4]
Nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Ursula Turri, il cinquantasettenne fu accusato di omicidio volontario. Secondo le risultanze investigative, sarebbe stato proprio l'ex compagno a uccidere la donna, probabilmente al culmine di una lite. Picciolo, però, respinse qualsiasi addebito e negò il suo coinvolgimento nella morte della quarantanovenne. A carico dell'uomo non furono emessi provvedimenti cautelari perché, a distanza di oltre un anno dal decesso della vittima, non sussisteva il pericolo di fuga, né quello di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio.
Nei mesi successivi l'indagato fu rinviato a giudizio in rito abbreviato.[5] Il 21 febbraio 2024 Picciolo fu assolto dal Tribunale di Lucca per non avere commesso il fatto. L'omicidio di Ursula Turri rimase dunque un mistero irrisolto.[6][7]