Durante la mattinata di domenica 22 novembre 2020 Giuseppe Bianco, ex operaio di 66 anni, ha aggredito a coltellate la moglie di 62 anni e la suocera di 92 anni, Dilva Francescati.[1] L'agguato è avvenuto nell'abitazione del quartiere Bovisa a Milano, dove i tre convivevano. La coppia non aveva figli. L'anziana novantaduenne viveva con loro poiché non era più autosufficiente.

Dopo aver compiuto il gesto, l'uomo si è colpito da solo all'addome, probabilmente nel tentativo di suicidarsi. Ferito anche il gatto che coabitava nell'appartamento. È stato poi lo stesso uomo a chiamare i soccorsi, riferendo di aver colpito le due vittime. Sono stati tutti trasportati in ospedale.
La moglie, che lavorava come archivista Rai, è stata ricoverata in terapia intensiva, ma è stata successivamente dimessa al miglioramento delle proprie condizioni di salute. Anche l'uomo, essendosi inferto delle lievi ferite, è stato posto fuori pericolo dai sanitari in seguito alle cure. Si è salvato anche il gatto, assistito dai veterinari.
Nella giornata del 23 novembre invece non ce l'ha fatta a sopravvivere la signora Francescati, deceduta all'ospedale Niguarda di Milano. Troppo gravi le lesioni subite, sarebbe stata raggiunta da circa venti coltellate. Bianco, interrogato dagli inquirenti, è apparso lucido e in grado di intendere e di volere. Si è assunto la responsabilità dell'aggressione, ma non ha fornito delle motivazioni, lasciando al lavoro degli investigatori i necessari approfondimenti.
Inizialmente era stata considerata la possibilità di trasportarlo al reparto psichiatrico dell'ospedale Sacco, ma al termine del colloquio è stato condotto nel carcere di San Vittore. Le accuse sono di omicidio e tentato omicidio.
La principale ipotesi degli inquirenti è che l'uomo abbia agito per problemi familiari legati alle condizioni di salute della moglie e alla non autosufficienza dell'anziana suocera. Potrebbero aver influito anche alla dura condizione psicologica imposta dal lockdown e dalla pandemia di Coronavirus. Circostanze per le quali potrebbero essere necessarie le verifiche della lucidità del sessantaduenne attraverso la disposizione di una perizia psichiatrica.[2][3]