Voce su Silvia Manetti
Silvia Manetti, 46 anni, fu uccisa dal compagno Nicola Stefanini, 48 anni, nel corso della notte tra l'11 e il 12 agosto 2021 a Monterotondo Marittimo in provincia di Grosseto.[1][2]
Uno scorcio del Palazzo Comunale di Monterotondo in provincia di Grosseto (di Mongolo1984, licenza CC BY-SA 4.0)
L'uomo intorno alle ore 00.20 aveva telefonato al 112 rivelando di aver commesso un omicidio. In preda a un forte stato di agitazione, non era in grado di specificare dove si trovasse, riuscendo soltanto a riferire più volte di aver tolto la vita alla compagna.
Lo stesso, diversi minuti più tardi, fu localizzato dai Carabinieri in zona Campetroso, un'area periferica del comune di Monterotondo. Il quarantottenne aveva i vestiti sporchi di sangue mentre, a poca distanza, sostava un auto con il cadavere di Silvia Manetti. La quarantaseienne giaceva sul sedile del passeggero e presentava una vistosa ferita d'arma da taglio al collo. Nella stessa vettura anche il coltello con cui fu compiuto l'omicidio.
La coppia si era trasferita da poco a Monterotondo. Lei era originaria di Pontassieve (Firenze), ma ultimamente risiedeva ad Altopascio (Lucca). Madre di due figli di 10 e 14 anni, aveva vissuto ad Ascoli Piceno, nelle Marche, con il marito per circa venti anni, poi era rimasta vedova. Dopo il decesso del coniuge, era tornata in Toscana insieme ai figli.[3][4]
In seguito aveva conosciuto Stefanini, operaio di un'azienda del posto, originario di Volterra (Pisa). Secondo le ricostruzioni, la coppia aveva festeggiato la sera di mercoledì 11 agosto in un locale di Suvereto (Livorno) il terzo anniversario della loro relazione.[5][6] La fatale aggressione era avvenuta al culmine di un ennesimo litigio tra i due, mentre si trovavano in auto.
L'uomo fu arrestato con l'accusa di omicidio volontario. Il 14 agosto, nell'interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari, il quarantottenne aveva confessato il delitto, riferendo che lungo il tragitto di ritorno verso casa la coppia aveva avuto una discussione. Durante l'alterco, Stefanini accostò la vettura e cominciò a colpire la compagna con un coltello. A suo dire, non ricordava il perché di tanta violenza.
Il giudice convalidò l'arresto e la custodia cautelare in carcere.[7][8] L'esame autoptico rilevò 16 fendenti sferrati al collo della vittima con un coltello che il quarantottenne quella notte aveva portato con sé. I colpi recisero la carotide e il decesso, causato da "anemia meta-emorragica", fu pressoché immediato.[9]
Secondo le ricostruzioni, negli ultimi tempi l'armonia della coppia sarebbe stata compromessa da diverse discussioni e incomprensioni relative ai figli della donna.[10][11] I due sarebbero stati sul punto di lasciarsi, tanto che Stefanini avrebbe cominciato a cercare un'altra separazione per allontanarsi da lei. Silvia aveva anche raccontato alle amiche di minacce ricevute da parte del compagno che, a suo dire, nell'ultimo periodo "era andato fuori di testa". L'uomo però aveva sempre negato di averla minacciata.
Nel dicembre del 2022 Stefanini fu rinviato a giudizio.[12] Il 24 maggio 2023 l'imputato fu condannato dalla Corte d'Assise di Grosseto a 26 anni di reclusione.[13] Le motivazioni della sentenza sottolinearono che l'omicidio era maturato nel contesto di un rapporto dove la serenità era ormai finita da tempo.
La situazione di intossicazione cronica da droghe in cui si sarebbe trovato l'imputato al momento del delitto non avrebbe influito sulla sua capacità di intendere e di volere. All'uomo furono concesse le attenuanti generiche poiché aveva confessato subito le proprie responsabilità, senza mai cercare di intralciare le indagini, e aveva partecipato ad ogni udienza del processo fornendo tutti i dettagli che gli erano stati richiesti.[14][15]
Nel corso del processo di secondo grado alla Corte d'Appello di Firenze, i giudici accolsero la richiesta della difesa di sottoporre l'imputato a una perizia psichiatrica per valutare il suo stato di salute mentale nel momento del delitto.[16]