Voce su Nataliya Kyrychok

Uno scorcio dall'alto della Rocca Medievale di Gradara (di Perpaulo40, licenza CC BY-SA 4.0)
Natalia Kyrychok (Наталія Киричок), 61 anni, fu trovata morta la sera del 26 dicembre 2021 nell'abitazione in cui risiedeva a Fanano, frazione del comune di Gradara in provincia di Pesaro e Urbino. La donna era originaria dell'Ucraina, ma da molti anni si era trasferita in Italia. Conviveva insieme al marito Vito Cangini, pensionato di 80 anni, originario di Sarsina (Forlì-Cesena).[1][2]
Fu proprio il coniuge a segnalare il corpo senza vita della moglie in casa nel tardo pomeriggio del giorno di Santo Stefano, durante una telefonata al ristorante di Misano Adriatico (Rimini) dove la donna era impiegata come cuoca. In seguito furono avvisati i Carabinieri che si recarono nell'abitazione a Gradara e scoprirono il cadavere della vittima. Dopodiché l'ottantenne fu sottoposto a fermo.
Interrogato in caserma, Cangini aveva confessato di aver ucciso la moglie. Il delitto sarebbe avvenuto in casa nel corso della notte tra il 25 e il 26 dicembre. Secondo quanto riferito dal pensionato ai militari, la sessantunenne si sarebbe opposta alla richiesta di avere un rapporto sessuale. L'uomo sarebbe andato in escandescenze al punto da impugnare un coltello e aggredire la vittima con diversi fendenti, fino a stroncarle la vita.
L'anziano inoltre sospettava di essere tradito, tanto da accusare il ristoratore dove la moglie lavorava di aver avuto una relazione extraconiugale con lei. Da ulteriori ricostruzioni era emerso che Cangini aveva dormito con il cadavere in casa e il giorno seguente si sarebbe comportato come se nulla fosse successo, non segnalando in mattinata la scomparsa della moglie.
Nel primo pomeriggio, dopo pranzo, l'uomo uscì di casa vagando in stato confusionale per le campagne limitrofe, dove incontrò un conoscente al quale aveva confessato il delitto. Quest'ultimo però non segnalò l'accaduto. L'ottantenne poi fece ritorno a casa e solo più tardi aveva telefonato al ristorante dove la moglie lavorava. Dall'esito di quella conversazione furono allertati i militari.
Cangini fu condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario.[3][4] Il successivo 29 dicembre, nell'interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari, l'anziano non aveva rilasciato ulteriori dichiarazioni, confermando in sostanza quanto già riferito ai Carabinieri il giorno del fermo. Nei suoi confronti fu convalidata la custodia cautelare in carcere.[5]
L'esame autoptico disposto dalla Procura avrebbe rilevato almeno sette coltellate inferte alla vittima. La signora Natalia si sarebbe difesa durante l'aggressione e, probabilmente, nelle fasi antecedenti alla colluttazione sarebbe stata colpita di sorpresa. Secondo le ricostruzioni, negli ultimi tempi la donna aveva paura del marito, tanto che in due precedenti notti avrebbe dormito in un alloggio diverso dall'abitazione di Fanano per stare lontano da lui.
Il loro matrimonio, contratto più di dieci anni prima, era ormai andato in crisi, infatti lo stesso uomo avrebbe riferito ai militari di volersi separare dalla moglie e tornare in Germania dai suoi quattro figli adulti, avuti da una precedente relazione.[6][7]
Nel maggio del 2022, in seguito alla chiusura delle indagini, fu disposto il giudizio immediato per Cangini, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall'aver ucciso un prossimo congiunto.[8][9] Il 25 maggio 2022 l'imputato fu condannato a 24 anni di reclusione dalla Corte d'Assise di Pesaro. Il verdetto non riconobbe l'aggravante dei futili motivi.[10]
Le motivazioni della sentenza definirono il delitto un barbaro eccidio di particolare efferatezza, il cui movente non era da ricercare nella gelosia, ma nelle profonde radici culturali legate allo stereotipo di genere basato sul dominio dell'uomo sulla donna.[11]
Nel febbraio del 2023 la Corte d'Appello di Ancona confermò la condanna a 24 anni per l'imputato.[12]