Voce su Rossella Cominotti
Uno scorcio panoramico di Carrodano in provincia de La Spezia (di Davide Papalini, licenza CC BY-SA 3.0)
Il corpo senza vita di Rossella Cominotti, 53 anni, fu trovato la mattina dell'8 dicembre 2023 in una struttura alberghiera a Mattarana, frazione di Carrodano in provincia de La Spezia.[1][2]
La donna era un'ex parrucchiera originaria di Rivarolo Mantovano,[3], sposata con Alfredo Zenucchi, 57 anni, originario del Bergamasco. I due erano residenti a Cavatigozzi, una frazione di Cremona, ed erano i titolari di un'edicola-cartoleria situata nel comune limitrofo di Bonemerse, nei pressi del palazzo municipale.
Marito e moglie erano sposati dal precedente mese di marzo, ma entrambi risultavano scomparsi da circa dodici giorni. Si erano infatti allontanati dal Cremonese senza avvertire i parenti. Alcuni di loro, preoccupati, non riuscivano in nessun modo a mettersi in contatto con i due coniugi e avevano segnalato la sparizione. Le ricerche, eseguite nei dintorni di Cremona, non diedero esito, ma Rossella e Alfredo si trovavano da circa una settimana nello Spezzino. Alloggiavano in un hotel di Mattarana dal precedente 1º dicembre e sarebbero dovuti partire la mattina dell'8.
Ma proprio nel corso di quella mattinata la donna fu trovata esanime dal personale della struttura alberghiera, all'interno della camera che condivideva insieme al marito. Zenucchi però risultava irreperibile: si era allontanato con la propria autovettura, poco prima del rinvenimento del corpo senza vita della moglie.
La cinquantatreenne aveva diverse lesioni d'arma da taglio sul corpo. Sarebbe stata uccisa con un rasoio. Il personale sanitario intervenuto sul posto non poté fare altro che constatare il decesso. Date le condizioni del cadavere, i Carabinieri avviarono subito le indagini con l'ipotesi di reato di omicidio, lanciando al contempo le ricerche del marito che risultava irreperibile.
Alcune ore dopo l'uomo fu poi rintracciato e fermato in Toscana dai militari di Pontremoli, in località Terrarossa nel comune di Licciana Nardi al confine con quello di Aulla, in provincia di Massa-Carrara.[4][5] Il cinquantasettenne, interrogato dai Carabinieri, confessò di avere ucciso la donna sostenendo che lui e la moglie avrebbero progettato "un piano suicida" che, però, non si era completato del tutto.
L'uomo doveva uccidere la compagna, poi si sarebbe dovuto togliere la vita, ma dopo l'omicidio non era riuscito a farla finita. Secondo la versione fornita da Zenucchi, l'uccisione della donna avvenne nel corso di mercoledì 6 dicembre, dunque il cinquantasettenne sarebbe rimasto per circa un giorno e mezzo con il cadavere della moglie nella camera, senza segnalare il delitto. La mattina di venerdì 8 dicembre, dopo aver consumato la colazione nella struttura alberghiera, l'uomo si allontanò con la propria auto, dandosi alla fuga.
Nella camera in cui alloggiavano marito e moglie, i Carabinieri trovarono anche una lettera d'addio. Nella missiva, firmata da entrambi i coniugi, sarebbe stato espresso il desiderio della coppia di togliersi la vita.[6] L'accertamento calligrafico effettuato dagli investigatori confermò che la lettera fu scritta dalla cinquantatreenne.[7]
Secondo le ipotesi degli investigatori, una situazione finanziaria compromessa potrebbe aver dato origine alla decisione di suicidarsi. L'avvocato dell'uomo però sottolineò che non ci sarebbe stato alcun riscontro ai motivi economici: anche se l'edicola non andava bene, i due non erano oppressi dai debiti. Lo stesso legale escluse anche i motivi relativi a questioni sentimentali o di gelosia.[8]
Zenucchi non avrebbe specificato un preciso movente agli inquirenti, pur riferendo di una scelta condivisa da entrambi. In ogni caso non risultavano alle forze dell'ordine segnalazioni o denunce per maltrattamenti o violenze riguardanti la coppia.[9][10]
Il successivo 11 dicembre, nell'interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari di Massa-Carrara, il cinquantasettenne confermò le proprie responsabilità, ribadendo la versione dei fatti già rilasciata nei giorni precedenti agli inquirenti. Il gip convalidò il fermo e dispose il trasferimento del fascicolo d'indagine alla Procura de La Spezia, competente per il territorio dove si consumò il delitto.[11]
I risultati dell'autopsia sulla salma della vittima avevano stabilito il decesso per uno shock emorragico provocato da molteplici ferite: una, profonda, localizzata sul collo, e altri tagli praticati su entrambi i polsi. Non furono rilevati segni di difesa da parte della donna. Dettagli che risultavano compatibili con il racconto fornito dal marito.[12]
Nella primavera del 2024 la Procura modificò il capo d'imputazione per l'indagato, da omicidio volontario a omicidio del consenziente.[13] Il 26 giugno 2024, al termine del processo di primo grado celebrato in rito abbreviato, il giudice del Tribunale di La Spezia accolse la richiesta di patteggiamento stipulata tra accusa e difesa: l'imputato fu condannato a 3 anni e sei mesi di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche per la collaborazione con gli inquirenti.[14][15] Dopo la pronuncia della sentenza, potendo usufruire della sospensione della pena, l'uomo fu scarcerato.[16]