Voce su Pierpaola Romano
Pierpaola Romano, 58 anni, fu uccisa dal collega di lavoro Massimiliano Carpineti, 49 anni, il 1º giugno 2023 a Roma, in località Torraccia del quartiere San Basilio.[1]
La facciata della Chiesa di San Basilio nell'omonimo quartiere di Roma (di Croberto68, licenza CC BY-SA 3.0)
La vittima era un'agente di Polizia, in servizio alla Camera dei Deputati come Ispettrice Superiore, ed era sposata con un altro collega, un poliziotto impiegato al Commissariato Sant'Ippolito della Capitale. La coppia era originaria di Caserta, ma da anni si erano trasferiti a vivere a Roma. Dalla relazione con il marito la donna aveva avuto un figlio di 22 anni, che a propria volta aveva intrapreso la carriera in Polizia, ma in un'altra città.
Nel corso della mattinata del 1º giugno, mentre la cinquantottenne non si trovava in servizio, fu avvicinata dal collega Carpineti nell'androne del palazzo dove lei abitava, in via Rosario Nicolò. Pare che l'uomo stesse proprio aspettando il momento in cui l'agente Romano uscisse di casa. Una volta trovatisi a distanza ravvicinata, il malintenzionato estrasse la sua pistola d'ordinanza ed esplose diversi proiettili. La donna morì all'istante.[2][3]
Poi Carpineti si diede alla fuga a bordo della sua auto. La stessa vettura che poco più tardi fu ritrovava parcheggiata a circa trecento metri di distanza, nei pressi di un parco di via Nino Tamassia. All'interno c'era il suo cadavere: si era suicidato con la stessa arma utilizzata per togliere la vita alla cinquantottenne.
L'uomo era originario di Cori (Latina), ma risiedeva a Cisterna di Latina. In passato era stato sposato, poi aveva divorziato. Come Pierpaola Romano, anche lui era un poliziotto impiegato all'Ispettorato della Camera dei Deputati. Da un paio di giorni il quarantanovenne si era preso un breve periodo di ferie. Nonostante gli agenti in servizio alla Camera avessero l'abitudine di lasciare l'arma in ufficio al termine del proprio turno, l'uomo invece si era tenuto la pistola.[4]
Secondo le ricostruzioni, i due avevano avuto una "relazione stabile", definita solida e salda da chi li conosceva. Negli ultimi giorni, però, l'agente Romano aveva scoperto di essere gravemente malata di cancro. Quando fu uccisa, aveva fra le mani i moduli dell'ASL per iniziare la chemioterapia. Per questo motivo aveva deciso di interrompere la relazione con Carpineti.[5] Una decisione che però l'uomo non avrebbe accettato.
La vittima aveva anche confidato ad alcuni altri colleghi che Massimiliano le "faceva paura", essendo preoccupata delle sue reazioni e del suo comportamento, probabilmente dopo avergli fatto capire di volersi allontanare da lui.[6]