Voce su Vincenza Angrisano
La città di Andria vista dall'alto (di LeoneMarco97, licenza CC BY-SA 4.0)
Vincenza Angrisano, 42 anni, fu uccisa dall'ex compagno Luigi Leonetti, 51 anni, nel corso del tardo pomeriggio del 28 novembre 2023 nell'abitazione in cui la coppia risiedeva alla periferia di Andria, a ridosso della strada provinciale 231, distante pochi chilometri dal centro del capoluogo pugliese.[1][2]
L'uomo aveva accoltellato la donna, probabilmente al culmine di un litigio. Il delitto si consumò mentre in casa erano presenti anche i loro due figli, di 6 e 11 anni. Fu proprio Leonetti ad allertare i soccorsi, riferendo nella chiamata al 112 di aver ferito gravemente la convivente. Quando il personale sanitario e i Carabinieri giunsero nell'appartamento, la vittima era già deceduta: giaceva esanime a terra con diverse ferite d'arma da taglio sul corpo.
Il marito fu fermato dai militari e accompagnato in caserma per essere ascoltato dagli inquirenti della Procura di Trani. Nel corso dell'interrogatorio il cinquantunenne aveva confessato il delitto, riferendo che la moglie lo tradiva con un'altra persona. A suo dire, i figli in casa non avrebbero assistito all'aggressione mortale perché si trovavano in un'altra stanza dell'abitazione.[3] Al termine delle formalità di rito, l'uomo fu condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale con la vittima.[4] I due bambini, assistiti dal personale del centro traumi dell'Azienda Sanitaria Locale, furono affidati ad alcuni parenti.
Secondo le ricostruzioni, Angrisano e Leonetti vivevano da separati in casa.[5] Il cinquantunenne era impiegato come custode di un rimessaggio: risiedeva insieme alla famiglia in un edificio adiacente alla sede dell'azienda di cui era dipendente. La signora Vincenza invece lavorava come consulente del marchio Stanhome.[4]
Circa un mese prima del delitto, la donna avrebbe riferito al marito la volontà di interrompere la relazione coniugale e, contestualmente, allontanarsi dall'abitazione per trovare una nuova sistemazione. Da quel momento si sarebbero susseguiti vari litigi fra i due. Il precedente 23 novembre, cinque giorni prima dell'omicidio, la quarantaduenne aveva dovuto ricorrere alle cure mediche in ospedale e aveva dichiarato ai medici di essere stata colpita dal marito con due schiaffi al volto.[6][7]
Il successivo 30 novembre, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, il cinquantunenne ammise le proprie responsabilità e ribadì la confessione precedentemente rilasciata ai Carabinieri.[8] Secondo quanto aveva affermato il legale dell'uomo, la signora Angrisano avrebbe umiliato il marito rivelandogli di avere una relazione extraconiugale con un'altra persona.[9] Il giudice per le indagini preliminari non convalidò il fermo per la mancanza del pericolo di fuga, ma emise comunque un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Leonetti, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari.[10]
Uno scorcio della Cattedrale di Santa Maria Assunta ad Andria, dove sono stati celebrati i funerali di Vincenza Angrisano (di Marcoleo11, licenza CC BY-SA 4.0)
Nell'ordinanza firmata dal gip fu precisato che, nel pomeriggio del 28 novembre, la donna avrebbe comunicato al marito di dover uscire per andare a prendere il più piccolo dei figli a scuola per poi non fare più rientro a casa. Successivamente pero, per una esigenza del bambino, lei dovette tornare nell'abitazione.[11] Proprio in quei frangenti, la quarantaduenne sarebbe stata raggiunta da tre coltellate mentre si trovava sull'uscio della porta del bagno. A rivelarsi fatale il fendente che l'uomo sferrò al petto della vittima.[12]
Sempre nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip sottolineò inoltre che "uno degli aspetti di maggiore rilevanza concerneva la maturazione dell'intento omicidiario, a partire da quanto occorso il 23 novembre", quando l'uomo aveva preso a schiaffi la moglie facendola finire in ospedale con quattro giorni di prognosi. Da quel momento l'uomo avrebbe "sedimentato l'idea di uccidere sua moglie". "Non aveva ben chiaro il momento, né il luogo, né la modalità, ma questo pensiero si era riproposto più volte nella sua mente". Il tutto era ancora più sostenuto dal fatto che la donna gli aveva comunicato, il giorno prima del delitto, "di aver preso in affitto un appartamento e che si sarebbe trasferita dal successivo 20 dicembre".[11]
Nel maggio del 2024 la Procura di Trani chiuse le indagini. A carico di Leonetti fu confermata l'accusa omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e dell'aver commesso il fatto alla presenza dei figli della coppia, nonché le ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni colpose.[13]