Voce su Anna Elisa Fontana
Uno scorcio panoramico dell'isola siciliana di Pantelleria (di Luce61, licenza CC BY-SA 4.0)
Nel corso della notte tra venerdì 22 e sabato 23 settembre 2023, Anna Elisa Fontana, 48 anni, fu data alle fiamme dal compagno Onofrio Bronzolino, 52 anni, nell'abitazione che i due condividevano sull'isola di Pantelleria in provincia di Trapani.[1]
La vittima rimase gravemente ustionata su circa il 90% del corpo. Trasportata in condizioni critiche all'ospedale civico di Palermo, la donna perse la vita due giorni dopo, il 25 settembre, nel 2º reparto di "Rianimazione Grandi Ustioni".[2][3]
Anche l'uomo, durante l'aggressione, aveva rimediato varie ustioni che resero necessario il ricovero nel reparto detenuti dello stesso nosocomio. Dopo aver dato fuoco alla compagna, le fiamme di ritorno lo avevano investito sul viso e ad un ginocchio. Per questo rischiò di perdere la vista.
Sul caso fu aperta un'inchiesta dalla Procura di Trapani, le cui indagini vennero eseguite dai Carabinieri di Pantelleria e dal Comando provinciale di Trapani. Bronzolino fu sottoposto a fermo con le accuse di tentato omicidio aggravato e incendio doloso. Dopo la morte della donna, il capo d'imputazione fu modificato in omicidio volontario.
La signora Anna Elisa Fontana, madre di cinque figli, in passato aveva sposato un altro uomo da cui poi si era separata. La quarantottenne lavorava come dipendente di una struttura alberghiera di Pantelleria. Negli ultimi tempi aveva iniziato una nuova relazione con Bronzolino, operaio edile della stessa isola.
La coppia avrebbe avuto vari litigi nel corso della serata del 22 settembre. Un primo alterco si sarebbe verificato in un noto bar di Pantelleria, dove i due avevano passato la serata, probabilmente perché Anna Elisa aveva salutato un uomo.[4] Poi, di ritorno a casa, le liti non si placarono. A un certo punto il cinquantaduenne sarebbe andato nel magazzino dell'abitazione e avrebbe preso una tanica di liquido infiammabile, contenente benzina. Dopodiché si avventò sulla donna, versandole addosso il liquido per poi appiccare le fiamme.[2][3]
Non risultavano alle forze dell'ordine pregresse denunce per maltrattamenti o violenza domestica anche se, secondo alcuni conoscenti, la donna sarebbe stata più volte minacciata dal convivente. Al termine dell'udienza di convalida del fermo, il giudice per le indagini preliminari dispose la custodia cautelare in carcere a carico del cinquantaduenne.[5][6]
Nel corso delle indagini, gli inquirenti avevano evidenziato diversi episodi di aggressione fisica posti in essere da Bronzolino ai danni della signora Fontana durante gli ultimi mesi della loro relazione. Inoltre, nei giorni precedenti all'omicidio, l'uomo avrebbe minacciato esplicitamente la donna di darle fuoco. Per questo motivo la Procura contestò a Bronzolino l'aggravante della premeditazione, nonché la crudeltà, i motivi abietti e futili, il rapporto di convivenza con la vittima e l'aver commesso il delitto nell'ambito dei maltrattamenti in famiglia.[7][8] Nell'estate del 2024, il giudice per l'udienza preliminare di Marsala dispose il rinvio a giudizio.[9]