Voce su Elisa Claps
Elisa Claps era una ragazza di 16 anni scomparsa il 12 settembre 1993 da Potenza, città in cui risiedeva.[1] Prima che si perdessero le sue tracce, si era recata alla Chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano. Il 17 marzo 2010 i resti della giovane furono ritrovati nel sottotetto dello stesso luogo di culto.[2]
Foto della Chiesa di San Giovanni Bosco a Potenza, di fronte alla piazza omonima dove nel 2011 si svolsero i funerali di Elisa Claps (del Comune di Potenza)
Del caso si era inizialmente occupata la Procura di Potenza, senza produrre effettivi risultati. In seguito fu poi affidato alla Procura di Salerno che ottenne il rinvio a giudizio e la condanna di Danilo Restivo, un conoscente della vittima che all'epoca del delitto aveva 21 anni.[3]
Già poco dopo la scomparsa nel 1993, la famiglia di Elisa Claps indicò Restivo come uno dei possibili responsabili coinvolti nella sparizione della ragazza. Ma il giovane ai tempi non fu neanche formalmente indagato dal magistrato titolare dell'inchiesta.
Nel corso degli anni gli stessi familiari accusarono la Procura di Potenza e il prete della Chiesa della Santissima Trinità di aver insabbiato il caso.[4][5] In particolare esponenti dell'ambiente ecclesiastico locale avrebbero saputo, già prima del ritrovamento, che i resti della sedicenne erano occultati nella chiesa, ma avrebbero messo in atto qualsiasi espediente per evitare di farli ritrovare.
Nel frattempo Restivo si era trasferito a Bournemouth, nel Regno Unito, dove nel 2004 fu arrestato come principale sospettato nel caso dell'omicidio di una vicina di casa di nome Heather Barnett, trovata morta il 12 novembre 2002 a Charminster. Gli indizi degli inquirenti inglesi però non furono sufficienti per una reclusione e l'individuo tornò libero, salvo essere di nuovo arrestato nel 2006 per molestie nei confronti di una donna.[6] Fu nota alle cronache l'ossessione di Restivo nel tagliare ciocche di capelli alle donne con l'intento di collezionarle.[7]
I familiari della sedicenne intanto non si arrendevano all'esito inconcludente della Procura di Potenza. Diverse furono le manifestazioni e gli appelli organizzati per informare l'opinione pubblica del controverso operato dei magistrati che si erano occupati dell'inchiesta. Nel 2010 arrivò la svolta con il rinvenimento dei resti del cadavere di Elisa.
Foto di Bournemouth, città della contea del Dorset situata sulla costa meridionale inglese del Regno Unito (di Nigel Mykura, licenza CC BY-SA 2.0)
Così l'attività investigativa si intensificò, sia in Italia (dove il fascicolo passò alla Procura di Salerno) che nel Regno Unito. Dalle ulteriori indagini si scoprì che Restivo fu l'ultimo a incontrare la sedicenne la mattina della scomparsa. Lo stesso 12 settembre 1993, presumibilmente poche ore dopo la sparizione della vittima, l'individuo si era recato in ospedale con gli abiti sporchi di sangue per farsi medicare una ferita alla mano. Nei successivi due giorni si rese irreperibile con il pretesto di dover svolgere un esame universitario a Napoli.
In un'udienza del processo a suo carico in Inghilterra, Restivo ammise di essersi invaghito della ragazza, ma lei lo rifiutò.[7] L'uomo aveva confermato di averla incontrata la mattina del 12 settembre 1993 per una chiacchierata, sostenendo tuttavia che lei si fosse allontanata da sola mentre lui era rimasto in chiesa.
Nonostante l'impossibilità di ricostruire con precisione i suoi spostamenti dopo l'incontro con la giovane, gli inquirenti lo accusarono formalmente di omicidio. Secondo l'autopsia effettuata sui resti rinvenuti nel 2010, la sedicenne venne uccisa a coltellate. Impossibile per l'esame autoptico stabilire, a distanza di anni, l'esatta dinamica del delitto, ma per gli investigatori l'allora ventunenne tentò una violenza sessuale nei confronti della vittima.
Nel 2011 Restivo fu condannato all'ergastolo nel Regno Unito nell'ambito del processo per l'omicidio di Heather Barnett.[8][9] Mentre scontava la propria pena in Gran Bretagna, nel 2014 la Corte di Cassazione in Italia aveva confermato in via definitiva la condanna a 30 anni di reclusione per l'omicidio di Elisa Claps.[10][11]