Voce su Maria Rosaria Sessa
Maria Rosaria Sessa, giornalista cosentina di 27 anni, venne uccisa nel corso della serata del 9 dicembre 2002. Il corpo senza vita fu rinvenuto lungo la strada statale 107 in località Palommella, nel comune di Paola in provincia di Cosenza, riverso sul sedile anteriore di una Opel Vectra ferma sul ciglio della carreggiata dopo un incidente.[1][2]
Uno scorcio di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza, paese d'origine di Maria Rosaria Sessa (su concessione di Depositphotos)
La donna era originaria di Rossano Calabro (Cosenza). Terminati gli studi liceali decise di iscriversi all'Università della Calabria, dove conseguì la laurea in lingue. Decise di intraprendere la carriera giornalistica, la sua grande passione, e dalla fine degli anni '90 iniziò una collaborazione presso l'emittente televisiva Metrosat con sede a Rende.
Negli ultimi tempi però, una delle sue più grandi preoccupazioni era legata alla tormentata relazione con un uomo, Corrado Bafaro, 36 anni, rappresentante di prodotti per dentisti che in passato si era separato dalla moglie. Lo stesso aveva ricevuto un'accusa per percosse da parte dell'ex coniuge.[3] Il rapporto tra Maria Rosaria e Corrado divenne troppo oppressivo e la giornalista, ormai esasperata, decise di allontanarsi da lui.
Il precedenza il trentaseienne l'avrebbe aggredita, mettendole le mani intorno al collo nel tentativo di strangolarla, soltanto perché lei gli aveva accennato di voler intraprendere un viaggio di lavoro in Canada per sei mesi. Quando la donna chiuse definitivamente quella relazione, Bafaro cominciò a perseguitarla con telefonate a ripetizione, appostamenti e minacce di suicidio, se lei non fosse tornata sui propri passi.[4]
Non rassegnato a quella situazione, l'uomo aveva comprato dei fiori e attese che Maria Rosaria terminasse una visita dal dentista per incontrarla e chiederle un nuovo appuntamento. Lui riuscì a convincerla ad accettare e, la sera del 9 dicembre, si recarono a cena in un ristorante di Rende (Cosenza). In quell'occasione, Bafaro avrebbe tentato un ennesimo riavvicinamento alla ex mentre lei avrebbe rifiutato e continuato a rimanere sulla propria posizione. Il trentaseienne sarebbe andato su tutte le furie. La discussione tra i due sarebbe proseguita poi nell'auto e degenerata infine nell'omicidio. Si spiegherebbe così l'incidente in strada.[5]
Il veicolo in cui venne trovata la vittima era di proprietà dell'uomo e alla guida, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato proprio lui. Cinque le coltellate sferrate da Corrado all'ex compagna, di cui una alla carotide, rivelatasi mortale. La donna si sarebbe difesa e avrebbe lottato molto, prima di cedere e perdere la vita. L'omicida sarebbe poi fuggito e, sin dalle prime battute delle indagini, gli inquirenti sospettarono che si fosse suicidato.
Il cellulare di Bafaro fu trovato vicino al corpo della giornalista e, tramite esso, fu possibile ricostruire le sue ultime telefonate. Venne effettuato un sopralluogo anche nella dimora del trentaseienne, dove fu trovato il proprio passaporto. Quindi fu lecito pensare che non aveva organizzato una fuga all'estero. Al contempo furono interrogati i suoi conoscenti, ma gli inquirenti stabilirono che probabilmente non aveva usufruito di alcun aiuto.
La Chiesa di San Giuseppe a Corigliano-Rossano in provincia di Cosenza dove sono stati celebrati i funerali di Maria Rosaria Sessa (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
Le supposizioni trovarono riscontro quattro mesi dopo, il 14 aprile 2003, quando fu rinvenuto il corpo senza vita di Corrado Bafaro, morto suicida.[6] Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, venne ritrovato appeso ad una trave, all'interno di una casa di un complesso di villette turistiche a Fiumefreddo Bruzio (Cosenza), a pochi chilometri dal luogo dove fu rinvenuto il corpo della donna.
Secondo le ricostruzioni, il fuggitivo, sotto una pioggia battente, aveva compiuto una pericolosa discesa fino alla spiaggia per poi giungere a piedi a Fiumefreddo. Ruppe il vetro di una finestra e fece irruzione in una villetta. Si tolse i vestiti bagnati, si preparò un caffè, bevette del liquore scaduto e poi si impiccò. Nella tasca dei suoi pantaloni, lo scontrino che attestava il pagamento di una cena in un ristorante di Rende dove, lui e la ex, avevano cenato la sera del 9 dicembre 2002, prima del delitto.
I funerali della vittima si celebrarono l'11 dicembre 2002. Metrosat, il network televisivo con cui collaborava, interruppe le trasmissioni per diversi giorni mandando in onda un "fermo immagine" della giornalista, estrapolato da uno degli ultimi servizi che lei aveva realizzato con la scritta "Ci mancherai".[7]