Voce su Desirée Piovanelli

Uno scorcio della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli nel centro di Leno in provincia di Brescia (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
Desirée Piovanelli, 14 anni, scomparve il 28 settembre 2002 da Leno, comune in provincia di Brescia.[1]
La ragazza uscì di casa e non fece più ritorno. Le ricerche, partite in seguito alla denuncia di sparizione, durarono giorni e terminarono il successivo 4 ottobre alla cascina Ermengarda, un vecchio stabile abbandonato distante poche centinaia di metri dall'abitazione della vittima. Lì giaceva il cadavere della giovane, legato con delle fascette, sgozzato e martoriato da numerose ferite d'arma da taglio.[2][3]
A condurre gli inquirenti sulla scena del crimine fu un minore di 16 anni, Nicola Bertocchi, fermato durante le indagini perché fortemente indiziato di essere coinvolto nella scomparsa della ragazza. Il sedicenne, dopo ore di lunghi interrogatori, riferì delle parziali ammissioni e indicò un altro ragazzo presente sul posto durante il delitto: Mattia Franco, 14 anni.
Quest'ultimo poi indicò altre due persone coinvolte nell'aggressione mortale: Giovanni Erra, 36 anni (sposato e padre di un bambino di 8 anni) e Nicola Vavassori, 16 anni. Tutti e quattro compaesani della vittima. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, avevano premeditato di violentare Desirée a turno per poi ucciderla.[4]
La giovane fu attirata con l'inganno nella cascina con la scusa di mostrarle una cucciolata di gattini. Tentò di difendersi e scappare dal tentativo di stupro, ma la colluttazione degenerò e fu aggredita a coltellate.[5][6] Erra scappò dall'edificio mentre i tre minorenni la stavano ancora massacrando. Nei giorni successivi sarebbero ritornati sul posto per cercare di fare a pezzi il cadavere, ma senza riuscirci.[7]
Furono tutti rinviati a giudizio per omicidio volontario. Bertocchi, Vavassori e Franco, giudicati dal Tribunale dei minori, furono condannati in via definitiva rispettivamente a 18, 15 e 10 anni di reclusione.[8] Erra invece, dopo un lungo iter processuale caratterizzato dall'annullamento della sentenza in Appello da parte della Cassazione,[9] fu condannato in via definitiva a 30 anni.[10]