Voce su Francesca Di Grazia e Martina Incocciati
Il Monumento Nazionale "Il Bonificatore" a Borgo Flora di Cisterna di Latina
Francesca Di Grazia e sua figlia Martina Incocciati, rispettivamente di 56 anni e 19 anni, furono trovate morte la sera del 6 aprile 2013 nella loro abitazione di Borgo Flora, frazione del comune di Cisterna di Latina[1]
La donna era separata e viveva insieme alla figlia. A lanciare l'allarme sarebbe stata una parente delle due donne, che da diverse ore non riusciva a mettersi in contatto con loro. Le vittime furono uccise dopo essere state aggredite con numerose coltellate. Nelle ore successive al drammatico accaduto venne fermato l'ex marito della cinquantaseienne, Kumar Raj, 37 anni, un manovale di origini indiane.[2]
Nell'interrogatorio di fronte agli inquirenti, l'uomo aveva confessato il delitto. Kumar raccontò di aver compiuto l'efferato gesto al culmine di una violenta lite. Secondo la versione da lui fornita, l'ex coniuge si trovava in difficoltà economiche e lo pressava con continue richieste di denaro.
La coppia si era sposata nel 2008, ma dopo due anni si erano lasciati. La figlia Martina era nata da una precedente relazione. Secondo le ricostruzioni, il matrimonio sarebbe stato contratto dietro un accordo per permettere all'indiano di ottenere i documenti per vivere in Italia.
L'uomo fu rinviato a giudizio in rito abbreviato e, nel febbraio del 2014, venne condannato in primo grado all'ergastolo da Tribunale di Latina.[3] Dodici mesi dopo, la sentenza fu confermata in Corte d'Appello a Roma.[4][5] Nel maggio del 2016, la Corte di Cassazione confermò il verdetto in via definitiva.[6][7]