Voce su Daniela Bani
Daniela Bani, 30 anni, fu trovata morta la sera del 22 settembre 2014 all'interno della sua abitazione a Palazzolo Sull'Oglio in provincia di Brescia.[1][2] A ucciderla a coltellate fu il marito Mootaz Chaambi, 36 anni, che dopo il delitto fuggì in Tunisia, il suo paese d'origine. L'autopsia rilevò più di 20 fendenti sferrati sul corpo della vittima.[3][4]
La Chiesa di San Giuseppe Artigiano a Palazzolo Sull'Oglio, in provincia di Brescia, dove sono stati celebrati i funerali di Daniela Bani (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
Mootaz e Daniela si erano sposati diversi anni prima in Tunisia e dalla loro unione erano nati due figli. L'aggressione mortale avvenne in camera da letto al culmine di un'ennesima lite, quando in casa era presente anche il primogenito, che però non aveva assistito al massacro.[5] L'altro bambino era all'asilo. Nei minuti successivi il trentaseienne prese i due figli e lì accompagnò da un amico, dopodiché organizzò la sua fuga in patria. Prelevò dal suo conto bancario una cospicua somma di denaro e acquistò nel pomeriggio un biglietto aereo Linate-Tunisi.
Nei giorni precedenti, allo stesso amico a cui aveva lasciato i figli, Chaambi aveva confidato di temere che la moglie si volesse separare da lui. Secondo le testimonianze di parenti e conoscenti, Daniela sarebbe stata per lungo tempo vittima di maltrattamenti in famiglia. Episodi che le avrebbero fatto maturare la decisione di chiudere quel matrimonio.
La sera del 22 settembre 2014, l'uomo, una volta raggiunta la Tunisia, telefonò ai suoceri rivelandogli che i bambini erano stati affidati a un amico e consigliò loro di non riportarli a casa perché lì c'era il cadavere della moglie, confessando di fatto l'omicidio. Il corpo senza vita della trentenne venne poi scoperto nei minuti successivi dal padrone di casa, allertato dai genitori della vittima.
Mootaz negli anni seguenti continuò la propria latitanza in Tunisia mentre in Italia la Procura lo aveva rinviato a giudizio e condannato a 30 anni di reclusione. Dopo circa quattro anni e mezzo dal delitto, nel gennaio del 2019, l'uomo venne arrestato dalle autorità tunisine. Pochi mesi dopo, fu emessa la sentenza definitiva della Cassazione che aveva confermato la pena a 30 anni per omicidio volontario. L'uomo però non fu estradato.[6][7]
Dato che la Tunisia non riconosceva le sentenze italiane, i legali di parte civile avevano sollecitato i ministri e il Capo dello Stato a ricelebrare un processo nel paese d'origine. Il 19 ottobre 2021 Chaambi fu condannato in primo grado all'ergastolo dalla giustizia tunisina.[8][9] Negli anni successivi, però, l'uomo ottenne uno sconto di pena e la condanna a 30 anni di reclusione.[10]