Voce su Patrizia Attruia
Patrizia Attruia, 50 anni, fu uccisa dal compagno Giuseppe Lima, coetaneo, mentre convivevano nell'abitazione di Vincenza Dipino, 49 anni, a Ravello, un comune della costiera Amalfitana in provincia di Salerno. Dipino aveva ospitato la coppia perché, essendo entrambi disoccupati, avevano problemi economici.

Uno scorcio sulla Basilica di Santa Maria Assunta e San Pantaleone, in piazza Vescovado nel centro di Ravello (di Leandro Neumann Ciuffo, licenza CC BY 2.0)
Tra Lima e Dipino sarebbe nata una relazione tra le mura di casa, scoperta successivamente dalla signora Attruia. Il cadavere della vittima fu rinvenuto in una cassapanca dell'appartamento, nel corso del pomeriggio del 27 marzo 2015. Per gli inquirenti la donna sarebbe stata strangolata dal compagno all'interno della stessa abitazione, circa 40 ore prima del ritrovamento.
Le indagini si concentrarono sui due conviventi. Fu sottoposta a fermo prima la donna, poi l'uomo.[1][2] Lima inizialmente aveva negato le accuse. Soltanto negli anni successivi aveva confessato il delitto. L'indiziato fu rinviato a giudizio in rito abbreviato e condannato a 18 anni di reclusione in primo grado. La pena fu ridotta a 13 anni in Appello dopo aver ammesso le proprie responsabilità. La sentenza fu confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione.[3]
Vincenza Dipino fu ritenuta colpevole e condannata in primo e secondo grado a 9 anni per aver "minimamente partecipato" ai fatti. Tale circostanza fu però annullata dalla Corte di Cassazione che invece la ritenne pienamente complice.[4] La donna fu successivamente condannata nel processo d'Appello bis a 14 anni di reclusione,[5] confermati in via definitiva dalla seconda pronuncia della Suprema Corte.[6]