Voce su Vincenza Avino
Vincenza Avino, 36 anni, è stata uccisa il 14 settembre 2015 dall'ex compagno Nunzio Annunziata, coetaneo.[1][2]
La donna era a bordo della propria auto quando rimase vittima di un violento agguato messo in atto nel primo pomeriggio da Annunziata che, in via Fiume a Terzigno (provincia di Napoli), dopo aver seguito in macchina la trentaseienne, aveva sparato dalla vettura diversi colpi di pistola nel tentativo di bloccare l'ex compagna.
La signora Avino si era poco prima recata alla locale caserma dei Carabinieri per denunciare l'ennesimo episodio di stalking da parte dell'uomo. I proiettili sparati dal malintenzionato costrinsero la vittima a fermare l'auto. Lei fece in tempo a telefonare i militari, ma Annunziata scese dalla vettura e trascinò fuori dall'abitacolo la trentaseienne, sparandole addosso altri proiettili. La donna si accasciò sull'asfalto in un lago di sangue mentre l'aguzzino scappò via dopo averle rubato la borsa e il cellulare.
La vittima fu trasportata all'ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno (Salerno) in gravissime condizioni. Nonostante l'intervento dei sanitari, non riuscì a sopravvivere. Lì fu dichiarato il decesso. Annunziata successivamente minacciò di morte alcuni parenti della donna utilizzando il telefono della defunta. Ricercato dalle forze dell'ordine, l'omicida fu rintracciato e arrestato la mattina del giorno successivo a Poggiomarino (Napoli).[3]
Enza, così veniva chiamata dai conoscenti, era stata precedentemente sposata con un altro uomo dalla cui relazione nacque un figlio. Quel matrimonio terminò e la donna iniziò in seguito una nuova storia con Annunziata, anche lui proveniente da una separazione. Pure questo rapporto però non andò a buon fine e, tra alti e bassi, i due finirono per lasciarsi.
Tuttavia il trentaseienne non riuscì ad accettare quella decisione, mettendo in atto una lunga serie di persecuzioni verso l'ex compagna. La vittima presentò oltre 20 denunce nei confronti dell'uomo. In un episodio in particolare, l'aguzzino fece irruzione in casa e tentò di gettare la donna dal balcone. In un altro, quando lei si recò dai Carabinieri per sporgere querela, lui la seguì fino in caserma per prenderla a calci.[4]
Il 10 luglio 2015 Annunziata fu sottoposto agli arresti domiciliari. Ciò nonostante, il Tribunale del Riesame modificò in seguito quel provvedimento in un, meno restrittivo, divieto di avvicinamento. Ordine facilmente eludibile dal malintenzionato che riuscì ad avvicinarsi alla vittima per ucciderla a colpi d'arma da fuoco.[5][6]
Interrogato dagli inquirenti, il trentaseienne confessò il delitto affermando di essere ossessionato dall'idea di separarsi dall'ex compagna, perché "follemente innamorato". Nei suoi confronti fu disposta la custodia cautelare in carcere.[7] L'uomo fu rinviato a giudizio per stalking e omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.
Processato in rito abbreviato, nel novembre del 2016 fu condannato dal Tribunale di Nola a 30 anni di reclusione. La sentenza escluse l'aggravante della crudeltà.[8] La pena fu resa definitiva dalle successive conferme, nel marzo del 2018 in Appello e nel maggio del 2019 in Cassazione.[9][10]