Voce su Isabella Noventa
Isabella Noventa era una segretaria di 55 anni, originaria di Albignasego in provincia di Padova, scomparsa la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 e mai più ritrovata.[1]

Uno scorcio di Noventa Padovana in provincia di Padova (di G.F.S., licenza CC BY-SA 3.0)
La donna era uscita la sera di venerdì 15 gennaio insieme all'ex compagno, Freddy Sorgato, 45 anni, con il quale aveva avuto una relazione travagliata. L'uomo ai tempi frequentava un'altra donna, Manuela Cacco, 53 anni, conoscente e stalker di Isabella. Coinvolta nella vicenda anche la sorella di Freddy, Debora Sorgato, 44 anni, che provava un profondo rancore nei confronti della cinquantacinquenne.
Secondo le indagini, i fratelli Sorgato insieme a Manuela Cacco premeditarono e organizzarono l'omicidio della vittima, ognuno per un proprio determinato scopo, accomunato dal desiderio di sbarazzarsi di lei. Freddy e Debora sarebbero stati gli esecutori materiali del delitto, mentre Manuela avrebbe agito da complice, partecipando al piano e tentando di depistare le indagini.
Nessuno dei tre aveva mai rivelato il luogo in cui fu occultato il cadavere. Manuela Cacco riferì che a uccidere la signora Isabella fu Debora, tramortendola nell'abitazione di Freddy a Noventa Padovana, utilizzando una mazzetta da muratore mentre il fratello era presente in casa. Questo racconto fu ritenuto credibile dagli investigatori.
Tutti e tre gli indiziati furono rinviati a giudizio. Il 22 giugno 2017 Freddy e Debora Sorgato furono condannati in primo grado a 30 anni di reclusione per omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, e occultamento di cadavere. Manuela Cacco, ritenuta credibile e collaborativa da parte degli inquirenti, fu condannata a 16 anni di reclusione per gli stessi reati. A quest'ultima fu riconosciuto anche il reato di stalking per aver perseguitato la signora Noventa nei mesi precedenti alla scomparsa.[2]
La sentenza venne confermata in Appello il 9 ottobre 2018 e, in via definitiva, dalla Cassazione il 18 novembre 2020.[3][4] Secondo le motivazioni della Suprema Corte, la vittima era inconfutabilmente morta nella villetta di Freddy Sorgato e l'omicidio era stato premeditato poiché la decisione, lo studio dell'occasione e dell'opportunità per mettere in atto e il delitto, nonché l'organizzazione del piano ai danni della cinquantacinquenne, fu frutto di ampia concertazione, risalente almeno al giorno antecedente rispetto alla realizzazione.[5]