Il femminicidio di Lavdije Kruja a Orio Litta

Vittima:
Lavdije Kruja
Killer:
Franco Vignati
Località:
Orio Litta
Ritrovamento:
Monticelli d'Ongina
Data:
8 giugno 2016
Uno scorcio di Miradolo Terme in provincia di Pavia

Uno scorcio di Miradolo Terme in provincia di Pavia

Voce su Lavdije Kruja

Uno scorcio di Miradolo Terme in provincia di Pavia

Uno scorcio di Miradolo Terme in provincia di Pavia

Lavdije Kruja, detta Dea, 40 anni, scomparve il 30 maggio del 2016. La donna, originaria dell'Albania ma residente a Miradolo Terme in provincia di Pavia, lavorava come badante e colf presso una coppia di anziani. Il suo corpo senza vita fu ritrovato il successivo 8 giugno nel fiume Po all'Isola Serafini, nel territorio del comune di Monticelli d'Ongina in provincia di Piacenza.‍[1] La vittima fu uccisa dall'ex compagno Franco Vignati, 62 anni, ex assessore del comune di Chignolo Po (Pavia).

I due si erano conosciuti nel 2014 ad un concerto ed erano stati presentati, su insistenza di Vignati, da un amico in comune. Dopo l'incontro iniziarono a frequentarsi, dando il via ad una relazione e poi, da subito, ad una convivenza durata circa due anni. In quel periodo l'uomo era in fase di separazione dalla moglie e si era trasferito a Miradolo Terme,‍[2] nella casa che Dea aveva acquistato proprio nel 2014 e dove lei viveva con il figlio più piccolo. La quarantenne era separata e, da una precedente relazione, aveva avuto anche un'altra figlia.‍[3][4]

Durante la convivenza la coppia parlava spesso di matrimonio, ma quel proposito non arrivò mai a concretizzarsi. A detta di Giulia, la sorella della donna, Dea le aveva confidato di voler interrompere la relazione perché Vignati non la aiutava nelle faccende domestiche. La sera del 23 maggio 2016, al culmine di una discussione, lei lo aveva cacciato di casa. Poche ore prima l'uomo si era recato nell'abitazione dell'ex moglie per prendere una pistola, detenuta legalmente, con la scusa di doverla mostrare ad un potenziale acquirente.

Una settimana dopo, la mattina del 30 maggio, il sessantaduenne aveva convinto Dea ad accettare un appuntamento a San Colombano al Lambro (Milano) con la promessa di un lavoro e per incontrare un amico che glielo offriva. Lei si recò all'incontro solo perché non voleva farlo arrabbiare, pur non essendo per niente convinta delle intenzioni dell'ex compagno.

A quell'incontro di lavoro, infatti, l'amico non arrivò, perché in realtà nessuno doveva proporre un impiego alla donna. E Vignati portò con sé l'arma ritirata dalla casa dell'ex moglie. I due si spostarono da San Colombano a Orio Litta, nel Lodigiano, ma non appena Dea intuì che l'uomo l'aveva presa in giro, lei gli voltò le spalle. Fu proprio in quel momento, a pochi passi dalla rive del Lambro (un affluente del Po), che Vignati le sparò alla nuca. Una vera e propria esecuzione.

Dopo l'omicidio, il corpo senza vita della vittima fu gettato nell'acqua. Infatti il caso passò alla storia come "il delitto del Po". Il cadavere, trascinato per decine di chilometri dalla corrente idrica, fu ritrovato nove giorni dopo, l'8 giugno 2016, incastrato in una grata della diga dell'Isola Serafini a Monticelli d'Ongina nel piacentino. Era in avanzato stato di decomposizione, ma la sorella riuscì a riconoscere la salma per via dei gioielli che la donna indossava.

L'attività investigativa, coordinata dalla Procura di Lodi, rilevò tracce di polvere da sparo sui vestiti della quarantenne. Dai successivi accertamenti fu appurato che la pistola utilizzata per uccidere Dea era dello stesso calibro di quella detenuta da Vignati. Inoltre, le analisi dei tabulati delle celle telefoniche avevano localizzato il sessantaduenne e l'ex compagna proprio nei pressi del luogo del delitto la mattina del 30 maggio 2016. Dopo circa un anno e mezzo di indagini, nel febbraio del 2018, l'uomo fu arrestato con le accuse di occultamento di cadavere e omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.‍[2]

Nel dicembre del 2018 Vignati fu condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Milano.‍[5] Nel luglio del 2020, però, la Corte d'Appello di Milano ridusse la pena a 25 anni di reclusione per effetto del mancato riconoscimento dell'aggravante della premeditazione.

Nelle motivazioni della sentenza di secondo grado fu precisato che l'ultimo litigio tra l'uomo e la donna, avvenuto la sera del 23 maggio 2016 (quando Vignati abbandonò l'abitazione di Miradolo), fu determinato da un'accesa discussione perché "lui era uno spiantato e lei cercava l'uomo facoltoso", scrissero i giudici. Ma l'omicidio, consumatosi una settimana più tardi, non fu premeditato. I fattori scatenanti sarebbero stati la frustrazione e la gelosia.‍[6]

Il verdetto fu confermato dalla Corte di Cassazione nel febbraio del 2022.‍[7] L'ex assessore si era sempre proclamato innocente, ma non venne mai creduto nei tre gradi di giudizio. Dopo aver appreso la notizia della condanna definitiva sancita dalla Suprema Corte, la sorella di Dea, Giulia, pronunciò le seguenti parole: Finalmente si sa la verità e nessuno potrà più mettere in discussione la colpevolezza dell'uomo che diceva di amare mia sorella per poi, invece, toglierle la vita.‍[3][4]

Note

  1. Isola Serafini, cadavere di una donna riaffiora dal Po. Indagini in corso. piacenzasera.it · Archiviato dall'originale.
  2. a b Badante scomparsa a San Colombano trovata morta nel Po, il killer di Dea "non aveva alibi". Il Giorno · Archiviato dall'originale.
  3. a b La storia dell'omicidio di Lavdije Kruja detta Dea, dalla scomparsa alla condanna di Franco Vignati. Fanpage.it · Archiviato dall'originale.
  4. a b Omicidio Lavdije Kruja, badante "Dea". Corpo nel Po: uccisa dall'ex Franco Vignati. IlSussidiario.net · Archiviato dall'originale.
  5. Uccise ex compagna, ergastolo per ex assessore Lega. Adnkronos · Archiviato dall'originale.
  6. Chignolo Po, pena ridotta in Appello per l'ex assessore: Vignati uccise per gelosia. Il Giorno · Archiviato dall'originale.
  7. Femminicidi, condanna definitiva a 25 anni per l'ex assessore leghista Vignati: uccise l'ex compagna Lavdije Kruja nel Pavese. la Repubblica · Archiviato dall'originale.

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