Voce su Marianne Obrist
Uno scorcio sul Santuario di "Maria am Sand" a Millan, frazione di Bressanone in provincia di Bolzano (di Oliver Abels "SBT", licenza CC BY-SA 3.0)
Marianne Obrist, 39 anni, fu trovata morta nel corso del tardo pomeriggio del 21 agosto 2017 all'interno dell'abitazione in cui risiedeva a Millan, frazione di Bressanone in provincia di Bolzano.[1]
L'autopsia escluse l'ipotesi di un gesto autolesionistico. Il decesso avvenne in seguito a una violenta aggressione. La donna fu percossa con una mazza da baseball e colpita da una serie di coltellate che le provocarono una grave emorragia interna.[2]
Il convivente Rabih Badr, 34 anni, originario del Marocco, riferì di essere rincasato nell'appartamento e di averla trovata esanime mentre perdeva sangue, ma quella versione non convinse gli inquirenti, che lo fermarono con l'accusa di omicidio. L'uomo inizialmente negò qualsiasi addebito, poi nel successivo mese di dicembre confessò il delitto. La vittima, originaria di Lazfons di Chiusa (Bolzano), era separata, con un matrimonio alle spalle terminato circa sei anni prima.
Badr fu rinviato a giudizio e condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dall'aver approfittato della condizione di minorata difesa della vittima, nonché di aver approfittato della sua posizione di convivente, dunque con abuso di relazioni domestiche. L'imputato evitò l'ergastolo grazie al rito abbreviato.[3] La pena fu confermata in Corte d'Appello e, in via definitiva, in Corte di Cassazione.[4][5]
Nelle motivazioni della sentenza fu specificato che il movente dell'efferato delitto andava ricondotto alla diversità culturale del colpevole, che considerava la figura della donna come un essere completamente sottomesso all'uomo.[6]