Voce su Khadija Bencheikh
I resti del cadavere di Khadija Bencheikh, 46 anni, furono trovati il 30 dicembre 2017 in un campo della località di Gardoni a Valeggio sul Mincio, un comune della provincia di Verona. La donna era originaria del Marocco, ma risiedeva da anni in Italia.[1]
Uno scorcio di Valeggio sul Mincio in provincia di Verona (di Son of Groucho, licenza CC BY 2.0)
Nelle settimane successive le indagini della Procura avevano portato al fermo di Agim Ajdinaj, albanese di 51 anni, convivente ed ex marito della vittima. Quest'ultimo, nel corso dell'udienza di convalida del fermo, aveva confessato il delitto di fronte al giudice per le indagini preliminari, assumendosi tutte le responsabilità.
L'autopsia aveva stabilito il decesso della vittima per le lesioni al cranio dovute ai numerosi colpi inflitti tramite un corpo contundente. L'aggressione sarebbe avvenuta il giorno precedente al ritrovamento, nell'abitazione della donna a Verona, presumibilmente al culmine di una lite.
Dopo la morte, il cadavere della quarantaseienne fu fatto a pezzi e abbandonato in un campo agricolo. Successivamente gli inquirenti avevano scoperto che ad aiutare l'assassino nello smembramento del corpo fu il fratello dell'ex marito della vittima, Vezir Ajdinaj, 54 anni.[2]
Nel marzo del 2019 Agim fu condannato a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Al fratello Vezir venne riconosciuto in primo grado il reato di distruzione di cadavere con una pena di 6 anni.[3] Nel dicembre del 2019, in Corte d'Appello, la condanna ad Agim fu ridotta a 18 anni di reclusione.[4] Nel 2022 la sentenza fu confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione.[5]