Genova. Omicidio Sharmin Sultana. La testimonianza del marito: "L'ho gettata quando era già morta".

Immagine della notizia (Immagine di Bbruno su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Genova. Omicidio Sharmin Sultana. La testimonianza del marito: "L'ho gettata quando era già morta".

Il processo per la morte di Sharmin Sultana, precipitata dalla finestra del suo appartamento a Genova il 7 marzo 2023, ha preso una svolta decisiva dopo le ultime dichiarazioni del marito, Ahmed Mustak, imputato per omicidio volontario.

Durante l'ultima udienza, l'uomo ha fornito una versione inedita rispetto alle precedenti, ammettendo per la prima volta di aver avuto un violento litigio fisico con la moglie, di non aver chiamato i soccorsi e di aver occultato il corpo per ore prima di gettarlo dalla finestra.

Mustak in aula ha raccontato che la sera del 6 marzo 2023, tra le 19 e le 19.30, avrebbero iniziato a discutere in cucina con la moglie. Secondo la sua versione, Sharmin Sultana gli avrebbe dato un calcio, facendolo cadere. Lui, per reazione, le avrebbe afferrato i piedi, facendola cadere all'indietro, con la testa che avrebbe sbattuto violentemente contro un mobile. I figli, presenti in casa, avrebbero assistito alla scena.

L'uomo ha dichiarato di essersi accorto che Sharmin non respirava più e aveva gli occhi aperti, ma di essere rimasto paralizzato dalla paura. Invece di chiamare immediatamente i soccorsi, ha raccontato di aver iniziato a pulire il sangue, ordinando ai figli di chiudersi in camera. Dopo aver pulito la cucina, ha deciso di preparare la cena per i figli, cucinando una frittata di uova, mentre il corpo della moglie giaceva ancora in casa.

Mustak avrebbe confessato poi di aver trascorso ore a cercare di capire come nascondere l'accaduto. Il cadavere è stato spostato dalla cucina ad una stanza più piccola della casa. Poi, tra le 4.30 e le 5 del mattino, l'imputato ha optato per la simulazione del suicidio della moglie: Ha aperto la finestra dell'abitazione e ha lasciato precipitare il corpo senza vita sull'asfalto.

Nei primi interrogatori, l'uomo aveva parlato di un suicidio, poi di una caduta accidentale. Solo un anno dopo, nel marzo del 2024, aveva ammesso di aver mentito inizialmente perché, a suo dire, non conosceva il proprio avvocato e non sapeva come comportarsi. (di Emilie Lara Mougenot – Telenord.it)

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