Venezia Mestre. Omicidio Cecchettin. Nonostante la rinuncia di Filippo Turetta, il processo d'Appello si farà.
Nonostante la rinuncia formale all'Appello da parte di Filippo Turetta, la giustizia non chiude ancora il capitolo sul femminicidio di Giulia Cecchettin. La Procura generale di Venezia ha infatti deciso di procedere ugualmente con il giudizio di secondo grado, chiedendo il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, escluse in primo grado dalla Corte d'Assise.
Il 24enne di Torreglia, in provincia di Padova, era stato condannato all'ergastolo lo scorso 3 dicembre per l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal legame sentimentale con la vittima, oltre che per sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Nella lettera inviata alla Corte d'Assise, Turetta aveva scritto di volere rinunciare all'Appello e di accettare la pena inflitta «senza chiedere attenuanti», dichiarando di provare «forti sensi di colpa» e di voler «assumersi la piena responsabilità di ciò che ha fatto».
Un gesto che, nelle intenzioni dell'imputato, voleva chiudere il percorso giudiziario, ma che non ferma l'azione della Procura, decisa a chiedere che il processo riconosca formalmente le aggravanti escluse in primo grado.
L'udienza d'Appello si terrà il prossimo 14 novembre nell'aula bunker di Mestre, davanti alla Corte d'Appello presieduta dal giudice Michele Medici. In aula saranno presenti il procuratore generale Federico Prato e il sostituto Pasquale Mazzei, insieme ai legali della famiglia Cecchettin, Stefano Tigani, Nicodemo Gentile e Piero Coluccio, costituitisi parte civile.
La difesa di Turetta sarà affidata al professor Giovanni Caruso e all'avvocata Monica Cornaviera. (di Marta Mancosu – Gente)