Originaria di Biancavilla, fu ritrovata morta a 19 anni il 24 luglio 2010, impiccata a una trave all'esterno di una villa di Adrano in provincia di Catania. L'episodio fu inizialmente archiviato come suicidio, ma due anni dopo ulteriori attività investigative considerarono la pista dell'omicidio, anche grazie alle richieste dei componenti della famiglia Salamone che non credevano all'ipotesi del gesto estremo.
Le indagini accertarono che la ragazza non poté togliersi la vita da sola e sulle scarpe della vittima vennero rilevate le tracce di sangue dell'assassino, Nicola Mancuso. Quest'ultimo, sposato con un'altra donna e padre di tre figli, aveva una relazione extraconiugale con la vittima. Secondo le ricostruzioni, il fatto sarebbe avvenuto quando la diciannovenne e Mancuso erano ospiti insieme ad altri amici nella villa del delitto per trascorrere un weekend in compagnia.
Nel marzo del 2013 nei confronti dell'uomo fu emesso un'ordinanza di custodia cautelare. Il successivo mese di ottobre fu rimesso il libertà, ma venne poi richiuso nuovamente in carcere per la condanna a 14 anni di reclusione per traffico di droga. Mancuso si è sempre dichiarato innocente. Per gli inquirenti invece era il responsabile della morte dell'amante, di cui inscenò un suicidio, col movente che la sua relazione con lei divenne troppo scomoda da portare avanti. Nel 2019 è stato condannato in via definitiva all'ergastolo.