Voce su Maila Beccarello
Maila Beccarello, 37 anni, fu uccisa dal marito Natalino Boscolo Zemello, 35 anni, l'8 agosto 2018 a Cavarzere in provincia di Venezia.
Uno scorcio di Santa Maria di Sala, paese d'origine di Maila Beccarello in provincia di Venezia (di Threecharlie, licenza CC BY-SA 3.0)
Il delitto si consumò nelle prime ore del mattino all'interno dell'abitazione dove la coppia risiedeva. Fu l'uomo ad avvisare i soccorsi, resosi conto della gravità delle condizioni della moglie, riferendo di aver avuto un litigio con lei. I sanitari giunti sul posto non poterono fare altro che constatare il decesso della trentasettenne che presentava numerose lesioni sul corpo e aveva il volto tumefatto. In diversi punti della casa erano chiaramente visibili le tracce di sangue lasciate dalla vittima: segni di un violento pestaggio.
Più tardi l'uomo aveva cercato di ritrattare quanto precedentemente affermato, negando la lite e spiegando che la donna si era ferita e aveva perso conoscenza in seguito a una rovinosa caduta. Tale versione tuttavia non fu ritenuta credibile dagli inquirenti. Nei confronti di Zemello scattò il provvedimento di fermo con l'accusa di omicidio.
La coppia abitava a Cavarzere da poco più di un anno. Maila e Natalino si erano sposati nel 2011. Lei era originaria di Santa Maria di Sala (Venezia) e svolgeva lavori saltuari, impiegata in alcuni bar e locali della zona, oppure come baby-sitter. Lui era detenuto in regime di arresti domiciliari, essendo stato condannato in passato per estorsione e violenza privata.[1][2]
Due giorni dopo l'accaduto, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari, il trentacinquenne riferì di aver soltanto percosso la vittima con "due schiaffi e un pugno", non avendo tuttavia l'intenzione di ucciderla. Al termine dell'aggressione, avrebbe tentato di rianimarla. Il giudice ritenne "riduttiva" l'entità della ricostruzione fornita dall'uomo e convalidò nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto coniugale, dai futili motivi e dalla crudeltà.[3]
Secondo le ricostruzioni, Maila Beccarello aveva subito in più occasioni botte e percosse da parte del marito nel corso degli ultimi anni della loro convivenza. Negli ultimi 12 mesi di vita era stata ricoverata cinque volte al pronto soccorso, ma lei non aveva mai ammesso i maltrattamenti e liquidava con delle scuse i sospetti di violenze domestiche. Inoltre, ad alcuni amici più stretti, avrebbe confidato l'intenzione di volersi separare.[4]
L'esame autoptico aveva confermato la morte della donna per le lesioni e i traumi riportati nell'aggressione avvenuta la mattina dell'8 agosto. In quell'occasione la trentasettenne fu inizialmente colpita nel cortile antistante l'edificio per poi essere trascinata all'interno, come testimoniavano le tracce ematiche rinvenute sui muri esterni dell'abitazione, nonché a ridosso della porta d'ingresso.
Nel referto del medico legale erano emerse botte, coltellate, calci e bastonate, che avevano provocato fratture alle costole e al cranio, il naso rotto, e un'emorragia alla testa. Segni di una violenza giudicata "estrema e reiterata". Presenti sul corpo della vittima anche fratture calcificate, elementi che proverebbero le ripetute violenze subite in passato.[5][6]
Uno scorcio di Cavarzere, città in provincia di Venezia dove risiedeva Maila Beccarello
Nel gennaio del 2019 la Procura chiese il processo diretto in Corte d'Assise senza passare dall'udienza preliminare. La difesa dell'uomo, tuttavia, si oppose avanzando l'istanza di rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica per stabilire se l'indagato fosse lucido nel momento del delitto. La Procura aveva contestato l'omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dalla crudeltà, dal vincolo di parentela e dall'aver commesso il reato mentre era sottoposto a una misura alternativa alla detenzione in carcere.[7]
Due mesi dopo, il giudice per l'udienza preliminare accolse la richiesta della difesa, rinviando Boscolo Zemello a giudizio in rito abbreviato.[8] Il 27 settembre 2019 venne resa nota la relazione della perizia che valutò l'imputato capace di intendere e di volere nel momento del delitto.[9]
Il 16 dicembre 2019 Boscolo Zemello fu condannato a 30 anni di reclusione. Il verdetto rappresentava il risultato della riduzione di un terzo della pena, come previsto dal rito abbreviato, in seguito all'accoglimento della richiesta dell'ergastolo avanzata dalla pubblica accusa.[10] Il 13 novembre 2020 la Corte d'Appello di Venezia aveva confermato la sentenza di primo grado,[11] resa poi definitiva dalla Corte di Cassazione l'8 marzo 2022.[12]