
Monika Gruber, 57 anni, è stata trovata morta la sera del 19 aprile 2018 nella sua abitazione a Bressanone in provincia di Bolzano. A scoprire il suo corpo senza vita sono stati i figli, preoccupati perché non avevano sue notizie da diversi giorni. Entrati in casa, hanno rinvenuto la madre distesa sul letto con delle ferite alla gola mentre sul comodino vi era un coltello insanguinato. Uno dei figli ha provato a contattare il padre che non era presente nell'appartamento. L'uomo ha risposto a una chiamata dicendo di stare andando in cielo dalla mamma, poi ha iterrotto improvviamente la comunicazione. Poco dopo ha inviato un messaggio di scuse in tedesco. Avvertiti i carabinieri, gli agenti della squadra mobile si sono subito messi sulle sue tracce.

Robert Kerer, 58 anni, marito della vittima, è stato bloccato nelle ore seguenti nei pressi della stazione di Bressanone. Sembrava stesse aspettando vicino ai binari un treno di passaggio per tentare il suicidio. Alcuni tagli rinvenuti sui suoi polsi avevano fatto pensare che avesse già provato in precedenza a togliersi la vita. Nella tasca dei suoi indumenti è stato trovato un foglietto su cui c'era scritto in tedesco "sono io l'assassino", come a voler lasciare agli inquirenti il messaggio dopo la sua morte. Sullo stesso foglio era anche riportato l'indirizzo dell'appartamento dove viveva con sua moglie. Successivamente, interrogato dal giudice per le indagini preliminari, si è avvalso della facoltà di non rispondere.[1]
L'autopsia effettuata sul corpo della cinquantasettenne ha confermato la morte per le coltellate inferte alla gola che hanno causato profondi tagli alla trachea e ai vasi sanguini provocando una forte perdita di sangue e il soffocamento per ostruzione delle vie respiratorie.[2]
Il 22 ottobre 2019 l'uomo è stato condannato a 16 anni di reclusione al termine del processo svolto secondo la formula del rito abbreviato.[3]