Voce su Medina Peña
Medina Peña, 36 anni, originaria di San Cristobal (Repubblica Dominicana), è morta il 23 dicembre 2018 in seguito alla caduta dall'appartamento situato al quarto piano di un condominio del Parco Juliano a Scalea, provincia di Cosenza, dove viveva insieme al compagno, Angel Manuel Garcia, connazionale di 26 anni.[1]

Panorama dall'alto di Scalea in provincia di Cosenza (di Lure, licenza CC BY-SA 3.0)
Ad avvertire i soccorsi in mattinata non era stato il convivente, ma un vicino che abitava nello stesso complesso, dopo aver notato il cadavere della donna nel piazzale. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la coppia durante la notte tra sabato 22 e domenica 23 dicembre avrebbe avuto un litigio. La mansarda dove vivevano era stata trovata a soqquadro nel primo sopralluogo effettuato dai militari giunti sul posto.
Nel corso della lite l'uomo avrebbe deciso di lasciare definitivamente l'appartamento mentre la compagna, arrabbiata, avrebbe minacciato di suicidarsi. Poi, secondo il racconto fornito da Angel Manuel, mentre lui preparava le valigie, la donna avrebbe raggiunto il balcone scavalcando l'inferriata e lì sarebbe rimasta appesa con le braccia. L'uomo, accortosi del pericolo, si avvicinò di corsa e avrebbe tentato di risollevarla, ma non ci riuscì e la trentaseienne precipitò. Così Garcia scese giù e avrebbe tentato di rianimare la compagna, ma non ci fu nulla da fare, probabilmente già morta all'impatto al suolo.
Poco dopo avrebbe tentato di suonare il citofono per allertare i vicini, fatto che spiegherebbe il rilevamento di alcune macchie di sangue lasciate sulla tastiera. In ogni caso l'uomo non aveva chiamato i soccorsi, né denunciato l'accaduto. L'incidente potrebbe essere accaduto di notte, ma soltanto nelle prime ore del mattino furono allertati i servizi sanitari da un vicino residente in un diverso appartamento dello stabile che aveva notato il corpo della malcapitata esanime a terra.
Ritardo che il ventiseienne aveva tentato di giustificare agli inquirenti dichiarando che, a causa dei precedenti penali a suo carico, temeva che le forze dell'ordine giunte sul posto non lo avrebbero creduto. Successivamente, accanto al cadavere della donna, fu rinvenuta una borsa con dei soldi, mentre l'ispezione della scientifica rilevò ulteriori tracce ematiche all'interno dell'appartamento.

Uno scorcio panoramico del borgo di Scalea, comune della provincia di Cosenza
Sulla base dei primi elementi raccolti dalla Procura di Paola (Cosenza), il 24 dicembre i Carabinieri eseguirono un decreto di fermo nei confronti del dominicano. Per gli inquirenti, Medina Peña non si sarebbe suicidata precipitando per cause accidentali, ma sarebbe stato il compagno ad ucciderla, lanciandola dal balcone.
L'indiziato respinse le accuse e nell'interrogatorio di garanzia, svolto il 26 dicembre di fronte al giudice per le indagini preliminari, si avvalse della facoltà di non rispondere, ribadendo quanto già espresso precedentemente al pubblico magistrato. Nei suoi confronti fu convalidata la custodia cautelare in carcere.[2][3] Il 23 gennaio il Tribunale del Riesame confermò la decisione del gip respingendo la richiesta di scarcerazione presentata dal legale del ventiseienne.[4]
Dodici mesi dopo, Angel Manuel Garcia fu rinviato a giudizio in rito abbreviato.[5] Secondo i rilievi dell'autopsia, il decesso della vittima era compatibile con una precipitazione dall'alto di un soggetto cosciente che aveva proteso le braccia in avanti nel tentativo di parare l'impatto al suolo. Fu esclusa tra l'altro l'ipotesi che la trentaseienne fosse caduta volgendo i piedi al suolo. Tali elementi avvalorarono le tesi degli investigatori che avevano considerato poco credibile il suicidio della donna, optando invece per la caduta provocata da una spinta ricevuta in direzione della ringhiera.
La pubblica accusa nel processo chiese 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza.[6] Nel febbraio del 2020 l'imputato fu riconosciuto colpevole e condannato dalla Corte d'Assise di Paola a 16 anni di reclusione.[7]