Voce su Igina Fabbri
Igina Fabbri, 71 anni, perse la vita nel corso della serata di martedì 6 febbraio 2018. Poco prima del decesso, la donna fu trovata ancora viva, ma agonizzante, in una villa di Pessino, località del comune di Arquata Scrivia in provincia di Alessandria.[1]

La Chiesa di Sant'Andrea ad Arquata Scrivia in provincia di Alessandria (di Terensky, licenza CC BY 3.0)
Fu il figlio Mauro Traverso, 46 anni, a rinvenire la vittima nell'abitazione e chiamare i soccorsi. L'anziana era distesa su una branda, bloccata con le mani dietro la schiena e i polsi legati con delle fascette da elettricista. Respirava ancora quando i sanitari intervennero sul posto, ma non riuscì a salvarsi: le sue condizioni erano troppo gravi, la morte sopraggiunse poco dopo. L'autopsia aveva stabilito il decesso per ipotermia, essendo stata immobilizzata e abbandonata nella villa al freddo priva di riscaldamento ed energia elettrica per lunghe ore.
Ad accompagnarla sul posto sarebbe stato il figlio Mauro il giorno precedente, 5 febbraio, come da lui riferito agli inquirenti che lo avevano interrogato come persona informata dei fatti. In un primo momento dunque si era ipotizzato un caso di rapina finita male, secondo cui dei malviventi avrebbero fatto irruzione nella villa per poi immobilizzare la donna e lasciarla al freddo fin quando il figlio non l'aveva ritrovata la sera del 6 febbraio.
Tuttavia, nel successivo mese di luglio, lo stesso quarantaseienne venne arrestato con le accuse di sequestro di persona e omicidio volontario, aggravati dall'aver commesso il fatto nei confronti di un ascendente. Secondo le indagini della Procura di Alessandria, l'uomo avrebbe portato la madre nella villa la domenica del 4 febbraio (e non il 5 come lui sostenne), immobilizzandola deliberatamente, provocandone così la morte. Avrebbe inoltre mentito di fronte agli inquirenti sulla ricostruzione dell'accaduto. Le fascette utilizzate per bloccare la vittima erano dello stesso modello di quelle che Traverso aveva richiesto a un suo amico alcuni giorni prima del delitto.[2][3]

Uno scorcio del borgo di Arquata Scrivia (di BlackSheep81, licenza CC BY-SA 3.0)
L'uomo si dichiarò estraneo ai fatti, respingendo qualsiasi accusa. Aveva raccontato che la madre gli chiese di accompagnarla in quella villa, di sua proprietà, perché essendo chiusa da anni aveva bisogno di alcuni lavori di pulizie. La donna gli avrebbe detto che, al termine delle faccende, si sarebbe fatta dare un passaggio a casa da un'amica. La signora Fabbri, originaria di Genova, viveva da anni in un'altra abitazione nel centro di Arquata Scrivia insieme al figlio. Il marito era deceduto da tempo.
Il quarantaseienne aveva sempre sostenuto di non aver mai avuto motivi per farle del male. Per la difesa, la donna era una fonte economica per il figlio, dunque non avrebbe ottenuto alcun beneficio dal suo decesso. Nonostante ciò, nei confronti di Traverso fu emessa la misura di custodia cautelare in carcere.
Nel luglio del 2019 la Procura di Alessandria aveva richiesto e ottenuto il rinvio a giudizio.[4][5] Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il movente del delitto sarebbe da ricercare nella situazione economica dell'uomo e nella sua tossicodipendenza. Negli ultimi tempi le richieste di denaro sarebbero diventate così insistenti da sottoporre la madre a frequenti maltrattamenti.[6] Il successivo mese di novembre iniziò il processo a carico dell'imputato.
Il 7 luglio 2020 la Corte d'Assise di Alessandria lo aveva condannato in primo grado all'ergastolo.[7] Nel corso del procedimento di secondo grado la Procura generale aveva chiesto la conferma della massima pena.[8][9]. Il 3 dicembre 2021 la Corte d'Appello di Torino confermò l'ergastolo,[10] reso poi definitivo dalla Corte di Cassazione nel febbraio del 2023.[11]