Voce su Esther Imagbenikaro Eghianruwa
Foto del comune di Dalmine in Piazza della Libertà (di Paolo Ghilardi, licenza CC BY-SA 3.0)
Esther Imagbenikaro Eghianruwa, 37 anni, originaria della Nigeria, fu uccisa da Fabrizio Vitali, 61 anni, la mattina del 20 gennaio 2018 all'interno di una camera dell'Hotel Daina a Dalmine in provincia di Bergamo. Fu l'uomo, residente nel comune di Bottanuco, a chiamare i soccorsi dopo averla freddata con un colpo di pistola. Davanti ai Carabinieri, confessò il delitto.
Secondo le dichiarazioni rese dal sessantunenne agli inquirenti, lui e la donna si frequentavano saltuariamente per consumare rapporti sessuali a pagamento. Il primo incontro tra i due sarebbe avvenuto circa due anni prima, ai quali ne erano poi susseguiti altri. Negli ultimi tempi l'omicida avrebbe ritenuto troppo esose le richieste economiche della trentasettenne, tanto da pensare di smettere di vederla. Tuttavia, sempre secondo la versione del reo confesso, lei non voleva chiudere definitivamente i contatti ed era diventata troppo insistente.
Vitali diede un ultimo appuntamento alla donna il venerdì sera del 19 gennaio e i due passarono la notte all'Hotel Daina di Dalmine. L'uomo aveva portato con sé una pistola, legalmente detenuta. La mattina seguente, volendo terminare una volta per tutte la loro serie di incontri, il sessantunenne sparò alla vittima un colpo alla nuca. L'esame autoptico rivelò che non ci fu colluttazione tra i due prima di premere il grilletto. All'arrivo dei Carabinieri sul posto, chiuso in camera, Vitali minacciò di suicidarsi, ma successivamente aprì la porta e si costituì ai militari.[1][2]
Nei mesi successivi, l'uomo fu rinviato a giudizio in rito abbreviato. Il 15 gennaio 2019, al termine del processo di primo grado, l'imputato fu condannato a 20 anni di reclusione.[3][4]