Voce su Elisa Amato
Elisa Amato, 29 anni, fu uccisa dall'ex fidanzato Federico Zini, 24 anni, nella notte tra il 25 e il 26 maggio 2018. Dopo il delitto, il giovane si tolse la vita.
La Chiesa di San Pietro a Galciana, frazione di Prato, dove sono stati celebrati i funerali di Elisa Amato (di Sailko, licenza CC BY-SA 3.0)
La ragazza viveva con i genitori e la sorella a Galciana, una frazione della città di Prato, e lavorava come commessa in un negozio di abbigliamento a Firenze. Zini abitava con la famiglia a San Miniato (Pisa), avrebbe compiuto 25 anni il 27 maggio, ed era un calciatore della Tuttocuoio. In precedenza aveva anche militato in diverse squadre estere. Elisa e Federico avevano avuto una relazione in passato, poi interrotta circa un anno prima del drammatico episodio. Nonostante si fossero lasciati, il ragazzo era solito approcciare la ex nella speranza di poter riallacciare il rapporto.
Entrambi furono ritrovati morti la mattina del 26 maggio all'interno dell'auto della ventinovenne nel parcheggio del campo sportivo di via Fornace Vecchia a San Miniato in provincia di Pisa. L'autore dell'omicidio-suicidio, dopo aver cenato con la famiglia, era uscito con la sua macchina il venerdì sera del 25 maggio per andare a Prato. Durante la notte il giovane si recò a Galciana, sotto l'abitazione della ex compagna, e lì aspettò il ritorno della ragazza che nel frattempo era fuori. Verso le 3.00 lei era rincasata con la sua vettura e aveva avuto l'incontro col ventiquattrenne che degenerò in un violento litigio. I vicini sentirono delle forti urla e dei colpi di pistola che li indussero ad allertare le forze dell'ordine.
Zini uccise la vittima sparandole all'interno del veicolo, poi ne prese il comando guidando col cadavere al suo fianco fino a San Miniato. Dopo essersi fermato nel parcheggio del campo sportivo, si tolse la vita sparandosi con la stessa arma. La pistola, ritrovata la mattina seguente nella vettura, era regolarmente detenuta dal ventiquattrenne che aveva ottenuto da poche settimane una licenza di porto d'armi per uso sportivo.[1][2]
Il gesto del ragazzo lasciò presupporre che l'aggressione fosse stata premeditata a causa dell'ennesimo rifiuto da parte della ex alla richiesta di riprendere la relazione ormai terminata. Tuttavia non furono del tutto chiarite le motivazioni e, secondo altre ipotesi, l'omicidio non era stato pianificato poiché il calciatore non aveva dato segnali di squilibrio nei giorni precedenti al delitto e si era recentemente accordato col presidente della propria squadra per il rinnovo del contratto.[3]
Nel febbraio del 2019, otto mesi dopo l'accaduto, furono resi noti i risultati degli esami autoptici che fecero luce su alcuni punti oscuri della vicenda. La ventinovenne aveva segni sulla guancia destra e due incisivi rotti. Particolari che indicarono una violenta aggressione fisica avvenuta in macchina quando la ragazza era seduta al posto di guida mentre l'ex si trovava sul lato passeggero. Lei lottò per difendersi, ma fu successivamente raggiunta da tre proiettili che le perforarono l'avambraccio destro, il torace e il fegato, provocandole una copiosa perdita di sangue e il decesso in pochi minuti.
Il giovane poi spostò il corpo esanime dell'ex fidanzata per mettersi alla guida. Girovagò col cadavere della ventinovenne in auto per un tempo imprecisato, prima di fermarsi nel parcheggio del campo sportivo a San Miniato e suicidarsi utilizzando la medesima pistola contro sé stesso. La mattina seguente, dopo la scoperta dei due cadaveri nella vettura, fu notato il corpo della vittima rannicchiato sotto il cruscotto dell'abitacolo. Il ragazzo lo avrebbe spostato in quella posizione per nasconderlo durante il tragitto da Prato a San Miniato.[4][5]
La Chiesa di S.Pietro a Balconevisi, frazione di S.Miniato, dove sono stati celebrati i funerali di Federico Zini (di Sailko, licenza CC BY-SA 3.0)
Zini era attivo nel sociale avendo istituito dal 2016, insieme al fratello, una fondazione benefica chiamata "Un pallone per il Sorriso" che collaborava con l'associazione Make A Wish dedicata al sostegno dei bambini malati di tumore ricoverati nel reparto pediatrico dell'ospedale Gaslini di Genova.
Nei mesi successivi al decesso, il padre del ragazzo, Maurizio Zini, in continuazione con l'opera che il figlio portava avanti, aveva richiesto il riconoscimento giuridico della onlus intitolandola a Federico Zini, ponendo tra gli obiettivi anche il contrasto alla violenza di genere.[6] Tuttavia nel febbraio del 2019 la Regione Toscana, in considerazione del femminicidio-suicidio avvenuto il 26 maggio dell'anno precedente, ritenne inopportuno associare il nome dell'autore del delitto a una fondazione a scopo benefico, dunque non concesse la sua iscrizione nel registro regionale delle persone giuridiche.[7]
Il 25 novembre 2021 il parcheggio di via Fornace Vecchia a San Miniato, dove fu trovato il corpo senza vita di Elisa Amato, venne intitolato Piazza Vittime di femminicidio.[8][9]