Il femminicidio di Quanying Liu a Firenze

Vittima:
Quanying Liu
Presunto killer:
Tun Naj Bustos
Località:
Firenze
Data:
24 novembre 2018
Uno scorcio dall'alto di Firenze

Uno scorcio dall'alto di Firenze (di PROPOLI87, licenza CC BY-SA 4.0)

Voce su Quanying Liu

Quanying Liu, cinese di 21 anni, fu uccisa dal compagno, Tun Naj Bustos, 30 anni, originario del Myanmar, la mattina del 24 novembre 2018 in un ostello a Firenze dove la coppia alloggiava per una vacanza in Italia.‍[1]

Uno scorcio dall'alto di Firenze

Uno scorcio dall'alto di Firenze (di PROPOLI87, licenza CC BY-SA 4.0)

Bustos era sceso alla reception della struttura alberghiera per chiedere soccorso alla moglie che, a suo dire, si sentiva male. All'arrivo del personale sanitario e della Polizia fu constatato il decesso della ventunenne. Il compagno fu fermato e trasferito in Questura dove davanti agli agenti si avvalse della facoltà di non rispondere. Fu così condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Nei giorni successivi, interrogato dal giudice per le indagini preliminari, il birmano si avvalse nuovamente della facoltà di non rispondere. Il trentenne ebbe difficoltà a comunicare con gli interlocutori perché parlava il thailandese, non comprendeva pienamente l'inglese e mancava un interprete della lingua thai. Nei suoi confronti fu convalidata la custodia cautelare in carcere.‍[2]

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la vittima fu uccisa al culmine di una lite. Quella mattina la giovane avrebbe chiesto al compagno di scendere nella hall e chiedere di posticipare la partenza. La direzione avrebbe concesso di poter rimanere un'ora in più, tempo che però la ventunenne non ritenne sufficiente. Questo avrebbe provocato una violenta discussione, poi degenerata nell'omicidio per strangolamento.

Bustos fu rinviato a giudizio in rito abbreviato. Nel luglio del 2020 la Corte d'Assise di Firenze lo condannò in primo grado a 30 anni di reclusione. Il 15 settembre 2021 la Corte d'Appello di Firenze aveva riconosciuto all'imputato le attenuanti generiche riducendo la pena a 16 anni.

Secondo le motivazioni della sentenza di secondo grado, l'uomo aveva accettato di pagare le conseguenze del proprio gesto mostrandosi realmente turbato e sconvolto dopo essersi reso conto della gravità dell'accaduto, tanto da consegnarsi alla Polizia e non ostacolare le successive indagini. I giudici avevano valutato dunque le attenuanti equivalenti alla circostanza aggravante, rideterminando la pena a 24 anni, scontati a 16 per la diminuzione di un terzo prevista dal rito abbreviato.‍[3][4]

Note

  1. Omicidio in ostello: l'uomo non risponde agli inquirenti. FirenzeToday · Archiviato dall'originale.
  2. Firenze, uccisa in ostello: marito resta in carcere. Cronachedi · Archiviato dall'originale.
  3. "Era turbato dopo il femminicidio e non scappò", pena dimezzata per l'imputato grazie alla concessione delle attenuanti generiche. Il Fatto Quotidiano · Archiviato dall'originale.
  4. Uccide la fidanzata, ma il giudice dimezza la pena: "Dopo il delitto era sinceramente turbato". Concesse le attenuanti. La Stampa · Archiviato dall'originale.

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