Voce su Simona Porceddu
Simona Porceddu, 41 anni, fu uccisa dall'ex compagno Chouaye Mourad, 44 anni, l'11 dicembre 2020 a Novilara, un comune della provincia di Pesaro e Urbino.[1][2]
Uno scorcio del municipio di Collinas, paese d'origine di Simona Porceddu nella provincia del Sud Sardegna (di Gianni Careddu, licenza CC BY-SA 4.0)
La donna, nata a Quartu Sant'Elena (Cagliari), era originaria di Collinas (Sud Sardegna) dove aveva vissuto per molti anni prima di trasferirsi nelle Marche.[3] L'uomo invece era di nazionalità marocchina. I due erano sposati, ma da circa dodici mesi non vivevano più insieme. Di fatto erano separati e avevano anche avviato le procedure legali per il divorzio. Dalla loro unione erano nate due figlie di 7 e 12 anni.
Il quarantaquattrenne era un pregiudicato finito diverse volte dietro le sbarre. A suo carico furono contestati vari reati, tra cui illeciti legati alla droga, violenza sessuale ai danni di un'altra donna, furto, resistenza a pubblico ufficiale e minacce.
Un'ordinanza di custodia cautelare in carcere fu disposta nei suoi confronti per aver maltrattato la signora Porceddu mentre si trovava agli arresti domiciliari. Proprio per quelle violenze la vittima lo aveva denunciato più volte. L'uomo era stato scarcerato poche settimane prima dell'omicidio, a fine novembre, andando a vivere in un altro alloggio di Novilara, insieme ai due figli gemelli di 23 anni avuti da un precedente matrimonio.
Per Mourad vigeva comunque un divieto di avvicinamento all'ex compagna, ma il marocchino nel corso dell'11 dicembre aveva violato la restrizione a lui imposta per recarsi nell'abitazione della donna intorno alle ore 13.00. Lì l'aveva sgozzata utilizzando diversi coltelli, ritrovati successivamente dagli investigatori nelle vicinanze della scena del crimine. I molteplici fendenti avrebbero quasi decapitato la quarantunenne.
Dopodiché l'omicida percorse le strade del borgo di Novilara e si gettò dalle mura medievali. Non morì all'impatto al suolo, infatti un passante lo aveva notato agonizzante a terra, allertando i soccorsi. Il quarantaquattrenne perse la vita all'arrivo al nosocomio di Pesaro. Soltanto alcune ore dopo i Carabinieri, nel tentare di contattare la signora Porceddu, avevano rinvenuto il cadavere della vittima in casa.
Secondo le ricostruzioni, il gesto sarebbe stato premeditato perché l'uomo si era fatto prestare l'auto di uno dei figli avuti da una precedente relazione e aveva raggiunto l'abitazione dell'ex compagna quarantunenne, nonostante fosse sottoposto a divieto di avvicinamento. L'atto sarebbe stato compiuto per vendetta nei confronti della donna, per averlo denunciato e mandato in carcere.[4]
Le due figlie erano a scuola nel momento del delitto. Intercettate all'uscita dall'istituto, furono tenute lontane dalla loro dimora e affidate ai servizi sociali.[5][6]