Voce su Francesca Calzarotto
La Chiesa dei Santi Martino e Lamberto ad Arsego, frazione di San Giorgio Delle Pertiche in provincia di Padova, dove sono stati celebrati i funerali dei fratelli Francesca e Pietro (di ZioDonald99, licenza CC BY-SA 4.0)
I fratelli Francesca e Pietro, rispettivamente di 15 e 13 anni, furono trovati morti insieme al padre Alessandro Pontin, 49 anni, nel pomeriggio del 20 dicembre 2020 all'interno dell'abitazione dell'uomo a Sant'Ambrogio, frazione di Trebaseleghe in provincia di Padova.
I due ragazzini risiedevano abitualmente con la madre a San Giorgio Delle Pertiche (Padova), ma la sera del 19 dicembre si trovavano a casa del padre per cenare insieme a lui. Il quarantanovenne, originario della provincia di Venezia, nel 2015 aveva divorziato dalla ex moglie, Roberta Calzarotto, 47 anni.
La coppia si era sposata nel 2005, quando era nata la loro prima figlia. Secondo gli accordi stipulati in seguito alla separazione, i ragazzi erano in affidamento alla madre, ma talvolta si recavano nell'abitazione dell'uomo per trascorrere del tempo con lui.
Il delitto si consumò nel corso della notte quando Pontin aveva impugnato un coltello e colpito più volte i due adolescenti.[1][2] Il rilevamento delle scie di sangue nell'appartamento e le risultanze dell'esame autoptico fecero presupporre che le giovani vittime avessero tentato di difendersi durante la colluttazione, dopo aver compreso intenzioni omicide del padre.[3][4]
I ragazzi avevano provato a scappare verso la porta d'ingresso, ma non riuscirono a fuggire, perdendo la vita sotto i fendenti del quarantanovenne, alcuni dei quali diretti alla gola che si rivelarono fatali. Poco dopo Pontin si suicidò con la stessa arma da taglio, recidendosi la carotide e la giugulare. Nelle ore successive, in mattinata, fu il fratello di lui a compiere la drammatica scoperta dei tre corpi senza vita in casa.[5]
Uno scorcio della Chiesa di Sant'Ambrogio nella frazione omonima di Trebaseleghe (di Threecharlie, licenza CC BY-SA 4.0)
Gli investigatori rinvennero un biglietto sul quale l'uomo aveva scritto di "voler essere cremato". Un segnale che aveva indicato la premeditazione del gesto. Secondo le ricostruzioni, il quarantanovenne era stato obbligato dal Tribunale a versare mensilmente una somma in denaro alla ex coniuge per il mantenimento dei figli, ma ultimamente sarebbe rimasto indietro con i pagamenti, tanto da inasprire ancora di più i rapporti con la donna.
La depressione e uno stato psichiatrico fragile avrebbero armato la mano di Pontin, che avrebbe agito per mettere in atto una sorta di vendetta nei confronti della ex moglie. Dopo il divorzio il quarantanovenne aveva trovato una nuova compagna con la quale era legato da circa sei mesi, ma ciò non avrebbe attenuato i contrasti fra lui e la signora Calzarotto.
La donna aveva denunciato Pontin per il mancato versamento degli assegni. Una vicenda che era stata archiviata dopo il saldo degli arretrati e la decisione, da parte del giudice, di una cifra mensile più alta per il mantenimento. La ex coniuge in passato lo aveva anche segnalato più volte ai Carabinieri per maltrattamenti e comportamenti anomali.[6]
Richieste alle quali non seguirono dei concreti provvedimenti poiché il caso non fu ritenuto sufficientemente grave. Dopo il saldo degli arretrati, la signora ritirò la querela. Nulla avrebbe fatto presagire al duplice omicidio e al conseguente suicidio.[3][7]