Voce su Angela Avitabile
Uno scorcio del Ponte Tiberio al tramonto in Rimini (di Euphoria65, licenza CC BY-SA 4.0)
Angela Avitabile, 62 anni, fu uccisa dal marito coetaneo Raffaele Fogliamanzillo nel corso della serata del 22 aprile 2022 a Rimini.[1]
La coppia era originaria di Napoli, ma da molti anni i coniugi vivevano nel capoluogo della riviera Romagnola. I due erano sposati da circa 40 anni e avevano tre figli adulti. La sera del 22 aprile si trovavano nell'appartamento della figlia, assente nel momento del delitto, per accudire i nipotini. L'uomo, probabilmente al culmine di un litigio, iniziò ad aggredire la moglie a coltellate. I bambini in casa non avrebbero assistito all'atto violento.
Il sessantaduenne si allontanò poi dall'abitazione. Successivamente si presentò alla Questura di Rimini per confessare di avere ucciso la coniuge. Nel frattempo i vicini di casa si accorsero del drammatico accaduto e allertarono le forze dell'ordine. Gli agenti di Polizia si precipitarono sul luogo del delitto e trovarono la vittima esanime, ormai deceduta, con molteplici ferite d'arma da taglio sul corpo.
La donna avrebbe cercato di difendersi durante l'aggressione, ma fu raggiunta da circa 12 fendenti. Due i colpi fatali, uno alla giugulare e l'altro alla carotide.[2] Fogliamanzillo fu arrestato in flagranza di reato di per omicidio volontario aggravato dall'aver commesso il fatto ai danni della moglie. Al termine dell'interrogatorio effettuato dinanzi agli inquirenti, venne condotto in carcere.[3][4]
Dagli accertamenti investigativi era emerso che l'uomo soffriva di una sindrome ansiosa depressiva certificata dall'Ausl, per la quale stava seguendo un trattamento in un centro di igiene mentale. Tale sindrome avrebbe portato il sessantaduenne ad essere erroneamente convinto del fatto che la coniuge lo tradisse con un altro uomo. Un'ossessione senza alcun fondamento che talvolta sfociava in episodi di maltrattamenti.
La signora Avitabile aveva chiesto l'intervento dei Carabinieri in diverse occasioni: il 30 settembre 2021, quando il marito le aveva messo le mani al collo, e il 4 gennaio 2022, quando lo stesso l'aveva minacciata. Il successivo 28 febbraio la donna aveva sporto una formale denuncia, così da avviare in Procura un fascicolo d'indagine per maltrattamenti in famiglia.[5]
La sessantaduenne però avrebbe minimizzato gli atteggiamenti dell'uomo e, all'offerta di trasferirsi in una casa protetta, aveva rifiutato preferendo rimanere nella sua abitazione a Rimini. La donna viveva nello stesso stabile dove risiedevano anche la sorella e la figlia, in appartamenti adiacenti. Per questo credeva di essere al sicuro e di poter gestire il marito, ma purtroppo non fu così.[6][7]
Nell'udienza di convalida dell'arresto Fogliamanzillo rispose alle domande del giudice per le indagini preliminari riferendo la propria versione dei fatti. Il sessantaduenne avrebbe ammesso il litigio con la moglie. Durante la violenta discussione lui le avrebbe rinfacciato di essere stato tradito. L'alterco sarebbe poi degenerato in una colluttazione, fatale per la vittima.
Fogliamanzillo però riferì di non ricordare esattamente cosa era successo nell'ultima parte dell'aggressione, tanto da mostrarsi incredulo sulla morte della moglie, chiedendo addirittura di poter assistere al funerale. Il giudice stabilì la permanenza in carcere per il sessantaduenne.[8] Nelle settimane seguenti la Procura aveva disposto l'esecuzione di una perizia psichiatrica.
La Chiesa Regina Pacis a Rimini dove sono stati celebrati i funerali di Angela Avitabile (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
L'esame del consulente incaricato dagli inquirenti aveva stabilito l'incapacità di intendere e di volere. Fogliamanzillo, dunque, non sarebbe stato completamente lucido nel momento del delitto. Contestualmente, però, l'uomo fu rinviato a giudizio perché considerato in grado di partecipare al processo.[9]
Il 27 novembre 2023 fu dichiarato non imputabile e assolto per totale vizio di mente dalla Corte d'Assise di Rimini. La sentenza dispose comunque la permanenza di Fogliamanzillo per 20 anni in una REMS (residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza).[10] "Che Fogliamanzillo avesse voluto uccidere la moglie", secondo le motivazioni del verdetto di primo grado, "era un dato indiscusso, ma non autorizzava a ritenere che l'uomo avesse agito sulla base di una corretta valutazione della realtà, non viziata dal disturbo da cui era affetto".
Le prove acquisite nel corso delle indagini delineavano "il comportamento violento e umiliante di Fogliamanzillo ai danni della coniuge". Un comportamento "abituale e metodico, che rappresentava una costante della vita familiare". Tuttavia, precisarono i giudici, andava emessa "una sentenza di assoluzione in relazione a tutti i reati contestati, in quanto al momento dei fatti l'uomo era affetto da un grave vizio di mente", inquadrabile a "livello nosografico" come "disturbo delirante a contenuto paranoide di tipo persecutorio e di gelosia" che "aveva determinato la totale esclusione della sua capacità di intende e volere".[11]