Voce su Eliana Maiori Caratella
Uno scorcio panoramico sul borgo di Miglianico (di Alessandro Cataldo, licenza CC BY-SA 2.5)
Eliana Maiori Caratella, 41 anni, fu uccisa dal compagno Giovanni Carbone, 39 anni, nel corso della mattinata del 19 dicembre 2022 nell'abitazione in cui la donna risiedeva a Miglianico in provincia di Chieti.[1]
La quarantunenne era un'impiegata bancaria e madre di due figli. Originaria del capoluogo teatino, era anche conosciuta a Francavilla al Mare dove viveva parte della sua famiglia. Dopo essersi separata dal marito, da circa un anno aveva intrapreso una nuova relazione con Carbone. I due convivevano a Miglianico unitamente ai due figli di lei (avuti dal precedente matrimonio). Il trentanovenne, dopo aver commesso il delitto, si costituì dai Carabinieri. Dinanzi ai militari aveva confessato le proprie responsabilità, poi rimase in silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Quando i Carabinieri giunsero sul luogo dell'omicidio, trovarono il corpo senza vita della quarantunenne all'interno dell'appartamento. Sarebbe stata raggiunta da un colpo di pistola al volto. L'aggressione sarebbe probabilmente avvenuta al culmine di una violenta lite. La vittima avrebbe provato, invano, a fuggire.[2] I due figli della donna non si trovavano in casa: quella mattina erano già usciti per andare a scuola.
La Beretta calibro 9 usata per compiere l'omicidio non era regolarmente detenuta.[3][4] Al trentanovenne, oltre all'accusa di omicidio volontario, fu contestata anche la detenzione e il porto illegale di arma da fuoco, nonché la ricettazione della stessa, in quanto provento di furto, con la recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale. In passato l'uomo fu denunciato da persone terze per minacce, proprio attraverso l'utilizzo di una pistola.[5]
La Chiesa di Sant'Alfonso Maria de' Liguori a Francavilla al Mare (Chieti) dove sono stati celebrati i funerali di Eliana Maiori Caratella (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
Nell'interrogatorio di garanzia, svolto il successivo 22 dicembre, Carbone avrebbe riferito di problematiche, connesse al divorzio tra la vittima e il suo precedente compagno, che lo avrebbero "esasperato" nonostante il rapporto tra lui e la convivente fosse soddisfacente. L'uomo avrebbe anche espresso più volte la volontà di suicidarsi, tanto che sarebbe stata sua intenzione togliersi la vita già dopo aver commesso il delitto ma, non avendo avuto il coraggio di farlo, si era recato dai Carabinieri. Il giudice per le indagini preliminari convalidò il fermo nei confronti del trentanovenne.[6][7]
La sera dello stesso 22 dicembre fu comunicato che Carbone si era suicidato in carcere. L'uomo si sarebbe impiccato nella cella della casa circondariale di Lanciano dove si trovava detenuto. Il gesto si verificò nonostante il trentanovenne fosse sotto stretta sorveglianza a causa dei reiterati propositi di togliersi la vita.[8][9]