Voce su Auriane Nathalie Laisné
Il corpo senza vita di Auriane Nathalie Laisné, 22 anni, fu trovato nel corso del pomeriggio del 5 aprile 2024 a La Salle in Valle d'Aosta. A compiere la scoperta furono alcuni escursionisti all'interno di un'ex cappella diroccata in località Equilivaz, un villaggio di media montagna abbandonato da anni e ridotto ad un cumulo di rovine.[1][2]

Uno scorcio panoramico di La Salle in Valle d'Aosta (di Patafisik, licenza CC BY-SA 3.0)
La giovane era rannicchiata a terra, in posizione fetale, con varie lesioni d'arma da taglio sul corpo. Secondo i sanitari che intervennero sul posto, il decesso era avvenuto per cause violente. Successivamente l'autopsia stabilì la morte per dissanguamento, causato dalle gravi ferite all'addome e al collo, escludendo di fatto il malore e il suicidio, ritenuti già in precedenza altamente improbabili.[3] Il decesso risalirebbe a circa una settimana prima del ritrovamento, probabilmente uccisa tra il 26 e il 27 marzo 2024.
Le forze dell'ordine avevano attivato le ricerche nei confronti del compagno della vittima, un ragazzo italo-egiziano di 21 anni: Teima Sohaib. Costui, in base alle testimonianze, si trovava insieme alla ventiduenne a La Salle. Nathalie Laisné lo aveva denunciato quattro volte: per il furto del telefono, per l'appropriazione degli account Instagram e delle email della ragazza, e infine per ripetute percosse.[4] Per quelle accuse il sospettato era stato rinviato a giudizio in Francia.[5]
Il giovane era stato per anni residente a Fermo,[6] nelle Marche, ma era ricercato in Francia dalla fine di marzo 2024 per "violazione del controllo giudiziario", a cui il ventunenne era stato sottoposto in seguito alle denunce della compagna. Nei confronti di Sohaib, infatti, era stato anche notificato dalla Magistratura francese un divieto di avvicinamento alla vittima.
Nathalie Laisné abitava a Saint-Priest, una cittadina dell'area metropolitana di Lione, situata nella regione francese di Alvernia-Rodano-Alpi. Arrivata in Italia dalla Svizzera, era impegnata in un giro sulle Alpi insieme a Teima Sohaib. Si era fermata in Valle d'Aosta con lui per campeggiare qualche giorno in montagna, probabilmente alla scoperta di luoghi abbandonati, tra cui quello di Equilivaz di La Salle.
Nella serata del 10 aprile 2024 il ventunenne fu rintracciato e fermato dalla Polizia francese a Grenoble.[7][8] Nei suoi confronti fu contestato il reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Secondo gli inquirenti della Procura di Aosta, Teima Sohaib avrebbe organizzato l'incontro con la giovane per farle del male. Dopo aver compiuto il delitto, avrebbe abbandonato il cadavere per poi fuggire in Francia, attraversando il traforo del Monte Bianco.[9]
La magistratura italiana aveva richiesto l'estradizione del giovane, alla quale il ventunenne non si era opposto, pur respingendo le accuse. Teima Sohaib, attraverso i propri legali, riferì di non essere coinvolto nelle vicende che portarono alla morte della compagna.[10] Poi, il successivo 25 aprile, dinanzi alla Chambre d'Instruction della Corte d'Appello di Grenoble dove si discuteva l'istanza di estradizione, il giovane ribadì la sua posizione, negando l'omicidio e precisando di essersi incontrato con la compagna perché lei gli avrebbe mentito, raccontando di aver ritirato la denuncia da cui era scaturito il divieto di avvicinamento.[11]
Il 2 maggio 2024 la Chambre d'Instruction della Corte d'Appello di Grenoble aveva accolto l'istanza della Procura di Aosta e concesse l'estradizione in Italia del sospettato.[12] Il giorno successivo lo stesso Tribunale aveva condannato Teima Sohaib a sei mesi di reclusione per maltrattamenti nei confronti di Auriane Nathalie Laisné.[13]
Nel corso del processo di secondo grado, celebrato sempre alla Corte d'Appello di Grenoble, l'imputato fu nuovamente ascoltato in aula. Il giovane spiegò ancora una volta di non aver mai fatto del male alla sua ex compagna. I suoi difensori chiesero l'assoluzione, presentando una serie di documenti e messaggi scritti dalla vittima, a supporto della versione del loro assistito. In particolare, la ragazza francese avrebbe inviato dei messaggi di scuse a Teima Sohaib, affermando di averlo denunciato perché sarebbe stata costretta dal padre.
Contro la strategia difensiva, però, il pubblico ministero aveva nuovamente presentato tre certificati medici e due denunce per dimostrare i maltrattamenti subiti da Nathalie Laisné. Il magistrato chiese di aumentare la pena a diciotto mesi di reclusione, più dieci anni di divieto di ingresso in Francia.[14] Il 13 novembre 2024, tuttavia, la Corte d'Appello di Grenoble aveva confermato la condanna a sei mesi di reclusione.[15]
Il successivo 18 novembre Teima Sohaib fu estradato in Italia e recluso nel carcere di Torino.[16] Interrogato dal gip, il giovane si avvalse della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti fu convalidata la custodia cautelare.[17]