Voce su Antonella Salamone
Nel corso della notte tra il 10 e l'11 febbraio 2024 un imbianchino di 54 anni, Giovanni Barreca, residente ad Altavilla Milicia in provincia di Palermo, ha telefonato al 112 dichiarando di aver ucciso la famiglia.[1]
Uno scorcio di Altavilla Milicia in provincia di Palermo (di Berthold Werner, licenza CC BY-SA 3.0)
I Carabinieri e i sanitari del 118 giunti nell'abitazione dell'uomo hanno trovato la figlia di 17 anni che dormiva tranquillamente nella sua camera,[2][3] mentre gli altri due figli, Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni, erano morti.[4][5] In un primo momento non è stato trovato il corpo della moglie Antonella Salamone che poi, nelle ore successive, è stato rinvenuto carbonizzato e seppellito all'esterno della casa della coppia, nelle campagne di Altavilla Milicia, in località Granatelli.
Barreca non era nell'abitazione, ma i militari lo hanno rintracciato poco dopo, nel comune limitrofo di Casteldaccia, per poi accompagnarlo in caserma per essere interrogato. L'uomo avrebbe riferito di aver agito perché percepiva delle "presenze demoniache in casa". Secondo le testimonianze dei conoscenti, il cinquantaquattrenne era "molto religioso" e, sui social, si definiva "soldato di Dio". Nel frattempo la figlia diciassettenne, unica superstite, è stata trasferita in una struttura protetta.
Stando ai primi elementi raccolti dagli investigatori, i figli sarebbero stati strangolati (uno di loro era legato con delle catene). La moglie invece era stata data alle fiamme. Barreca ha avvisato i soccorsi nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 2024, ma gli omicidi sono stati compiuti più di 36 ore prima, probabilmente tra giovedì 8 e sabato 10 febbraio. I ragazzi non andavano a scuola dal precedente lunedì 5 febbraio. La figlia diciassettenne avrebbe assistito ai delitti.[6][7]
Nelle ore successive la Procura di Termini Imerese ha disposto il fermo per una coppia residente a Palermo. Si tratta di Sabrina Fina e Massimo Carandente, di 41 e 50 anni, considerati complici nel triplice omicidio. Secondo le accuse, i due avrebbero partecipato al delitto, effettuando un "esorcismo" per liberare la casa dalle "presenze demoniache".[8][9] La coppia e l'imbianchino si erano precedentemente conosciuti a Palermo, nell'occasione di vari incontri di preghiera in una chiesa evangelica.
I tre frequentavano la stessa comunità, poi si erano distaccati per organizzare un gruppo di preghiera autonomo. Pochi giorni prima della scoperta dei tre cadaveri, Fina e Carandente si erano trasferiti a vivere nell'abitazione di Barreca ad Altavilla Milicia. Sarebbe stato l'imbianchino a chiedere l'aiuto della coppia per effettuale il cosiddetto "esorcismo" e liberare le vittime "possedute dal demonio". Per tutti e tre sono stati contestati i reati di omicidio volontario plurimo e soppressione di cadavere. Fina e Carandente, nel corso dell'interrogatorio dinanzi ai militari, hanno respinto le accuse.[10][11]
Antonella Salamone lavorava come badante ed era nata ad Aragona in provincia di Agrigento. Il marito invece era originario di Palermo. La coppia per anni aveva vissuto nel Novarese, prima nel capoluogo e poi, dal 2008, a Romentino. Dieci anni dopo, nel 2018, erano tornati in Sicilia.[12][13]
Il successivo 14 febbraio, Barreca, Fina e Carandente si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in occasione dell'interrogatorio di garanzia.[14] Il giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese ha convalidato soltanto fermi della coppia palermitana, disponendo comunque per tutti e tre gli indiziati la custodia cautelare in carcere.[15]
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, anche la figlia superstite diciassettenne avrebbe partecipato al rituale. Infatti la Procura di Termini Imerese ha trasmesso gli atti alla Procura per i minorenni al fine di vagliare la posizione della giovane. Sarebbe stato il padre a plagiare l'intera famiglia nel credere che in casa ci fossero i demoni e i figli fossero "posseduti da Satana". In questo contesto sarebbe maturata la frequentazione con Massimo Carandente e Sabrina Fina. Solo Antonella Salamone si sarebbe opposta all'assassinio dei figli. Kevin ed Emanuel sono stati torturati, ma anche loro avrebbero contribuito al rito con gesti autolesionistici.[16]
Proprio per essersi ribellata al proseguimento dei rituali esorcistici sul figlio più piccolo, sollecitati dalla coppia Carandente-Fina, la signora Salamone sarebbe stata uccisa per prima: soffocata, poi data alle fiamme e infine smembrata. Tra i due fratelli, a essere ucciso per primo sarebbe stato il piccolo Emanuel, torturato, colpito a pugni e calci e poi strozzato.[17] Successivamente sarebbe stato strangolato anche Kevin che avrebbe partecipato all'esorcismo sul fratellino, prima di diventarne anche lui vittima.[2][3]