Voce su Anna Sviridenko

Uno scorcio di Modena (di Marek Ślusarczyk, licenza CC BY 3.0)
Nella tarda serata del 10 giugno 2024 Andrea Paltrinieri, un ingegnere di 48 anni, si recò con il proprio furgone alla caserma dei Carabinieri di via Pico Della Mirandola a Modena. All'interno del veicolo si trovava il corpo senza vita dell'ex compagna Anna Sviridenko (Ганна Свірыдзенка), una dottoressa e medico nucleare di 40 anni. L'uomo si costituì dinanzi ai militari, riferendo di averla uccisa.[1][2]
La donna era originaria della Biolorussia e aveva due lauree: una in Medicina e Chirurgia e l'altra in Odontoiatria. Viveva insieme ai due figli minorenni a Innsbruck, in Austria, dove lavorava come medico radiologo, ma per circa due settimane al mese ritornava in Italia, a San Felice sul Panaro (Modena), per avvicinare i bambini al padre, con il quale era in corso un contenzioso legale per la separazione e l'affidamento dei due figli della coppia.[3]
All'apertura del furgone di Paltrinieri, i militari trovarono la vittima esanime, rannicchiata nel portabagagli con la testa coperta da un sacchetto di plastica. La quarantenne era stata uccisa poche ore prima, nel corso della serata del 10 giugno. Il decesso sarebbe avvenuto per strangolamento: l'ex compagno le avrebbe stretto una corda intorno al collo.
Secondo le ricostruzioni, dopo una relazione durata diversi anni e dalla quale erano nati due figli, marito e moglie avevano deciso di separarsi. Paltrinieri, disoccupato negli ultimi tempi, era tornato a vivere con i genitori, sempre nel capoluogo modenese.[4] La dottoressa Sviridenko invece aveva trovato una sistemazione a San Felice sul Panaro, dove tornava con i bambini per circa due settimane al mese, per farli stare accanto al padre.
La donna aveva avviato una procedura per regolamentare l'affidamento dei due figli al Tribunale di Innsbruck. Nel maggio del 2023, la Corte austriaca aveva decretato la collocazione prevalente dei bambini nell'abitazione della madre e il diritto di visita del padre. Nel gennaio del 2024, però, l'ex compagno aveva presentato un ricorso al Tribunale civile di Modena, contestando la giurisdizione austriaca e chiedendo la separazione con addebito a carico della dottoressa. Il mese successivo, la quarantenne aveva presentato una seconda istanza al Tribunale di Innsbruck per ottenere l'affidamento esclusivo dei due figli.
Poi, il 10 giugno 2024, poche ore prima che si consumasse l'omicidio, il Tribunale di Innsbruck aveva sancito l'affido condiviso dei due figli della coppia, che sarebbero rimasti a vivere con la madre. L'uomo averebbe comunque avuto diritto di visita, ma in tempi e modi che andavano concordati con l'ex compagna.
Dopo l'arrivo di Paltrinieri alla caserma di Modena, i Carabinieri emisero l'arresto in quasi flagranza con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Dopo le prime ammissioni, l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere. Al termine delle formalità di rito, il quarantottenne fu condotto in carcere, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.[1]
Il successivo 12 giugno, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, Paltrinieri rispose alle domande del giudice per le indagini preliminari. L'uomo avrebbe ribadito quanto già riferito nei giorni precedenti ai militari del Comando provinciale di Modena. Il giudice convalidò l'arresto nei confronti del quarantottenne, mentre la Procura contestava a suo carico le aggravanti della premeditazione e dell'aver commesso il delitto ai danni della coniuge.[5] Il gip, però, nell'ordinanza di convalida dell'arresto aveva escluso la premeditazione dell'omicidio.[6]
Il 7 gennaio 2025 Andrea Paltrinieri fu trovato morto suicida nel carcere Sant'Anna di Modena. L'uomo si era ucciso, probabilmente inalando il gas di una delle bombolette messe a disposizione dei detenuti per scaldare cibo e bevande in cella.[7][8]